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A - Chi è Gesù

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2015 14:33
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Post: 630
Città: PIAN DI SCO
Età: 76
Sesso: Maschile
17/06/2015 17:50

Chi è?
Molti ne hanno messo in dubbio l’esistenza.
Praticamente tutti ne hanno parlato e ne parlano.
Di lui sono state dette tantissime cose: socialista, rivoluzionario, esseno, santone indiano, capostipite dei re francesi Merovingi, grande profeta, dio, mera apparenza.
Libri su di lui e dottrine “cristologiche” si sono succeduti a migliaia nel corso dei secoli.

Chi scrive su Gesù si rifà generalmente a scritti di altri autori o a pronunciamenti di concilii, sinodi o meeting di vario tipo da parte di esperti del settore.
Non si vede mai nessuno scritto che prenda spunto unicamente da ciò che di Gesù dice il Nuovo Testamento.
Eppure gli autori del NT sono i testimoni oculari e auricolari e tattili (I Giovanni 1, 1) di Gesù di Nazareth, per cui dovrebbero essere la fonte privilegiata per avere notizie sicure su Gesù non esistendo nessuna altra documentazione da parte di altri.
Ma tant’è!! a quanto pare i testimoni diretti non devono essere presi in considerazione!!
Ma, a ben vedere, l’unico modo per avere idee il più chiare possibile su Gesù è proprio la testimonianza di chi ha vissuto con lui per circa tre anni e, quindi, ha avuto modo di rendersi conto di chi o cosa egli fosse, senza necessità di far ricorso a filosofie o dottrine esterne al NT e alla vita stessa di Gesù.
E allora scopo di questo scritto è di vedere cosa il NT, a cominciare dai vangeli, dice di Gesù, come lo presenta e, di conseguenza, come lo deve accettare chiunque si voglia definire “cristiano” o chiunque voglia farsi di lui un’idea il più corretta possibile.

GESU’ COMPARE SULLA SCENA DELLA STORIA
All’inizio della nostra era, che è indicata come “dopo Cristo”, incomincia a farsi vedere e ascoltare un uomo Galileo trentenne di nome Gesù di Nazareth, dal nome della città nella quale aveva vissuto fino a quel momento insieme al padre falegname, la madre Maria, i suoi quattro fratelli e un numero imprecisato di sorelle.
Doveva essere dotato di un carisma tutto particolare e molto affascinante, al punto che quattro uomini, pescatori, che avevano molto probabilmente una loro piccola azienda, abbandonano tutto, lavoro attrezzatura etc., per seguirlo; e questo solo perché lui li aveva invitati a farlo (Matteo 4, 18-22).
Ma già uno di questi quattro, Andrea, aveva avuto modo di sentirne le parole e se ne era subito entusiasmato (Giovanni 1, 40-42).
Non è “normale”, io penso, abbandonare ogni propria attività solo perché un tizio, praticamente sconosciuto, ti dice di farlo; questo “tizio” deve per forza avere qualcosa che lo rende “irresistibile” quando chiama ed invita a seguirlo.

I vangeli raccontano di Gesù, di come parlava, di quello che faceva, di come è morto e di come è risorto. Raccontano, seguiti dal libro degli Atti, di come molti discepoli avevano creduto in lui e di come ne parlavano a chiunque.
Sicuramente a parlarne erano quelli scelti direttamente da Gesù, erano loro che avevano avuto dallo stesso Gesù il compito di annunciare ovunque la “buona notizia” (Atti 1, 4-8).
E lo hanno fatto.

Come in generale tutti gli uomini dell’antichità, essi erano dotati di grande memoria. E, in particolare, fra tutti i popoli dell’antichità, gli Ebrei erano in modo speciale abituati a ricordare, a loro veniva letta la Torah fin da bambini in forma privata e, inoltre, vi erano occasioni pubbliche durante le quali la Torah veniva letta a tutto il popolo presente, proprio con lo scopo che essa venisse ricordata.
E i 12 erano Ebrei.

Iniziarono subito a parlare di Gesù fin dal giorno di pentecoste, pochi giorni dopo la morte e risurrezione di Gesù.
Ma alla caratteristica comune a tutti gli Ebrei e, anche se in misura minore, a tutti gli uomini dell’antichità, e cioè la grande capacità di memoria, si era aggiunto, proprio nel giorno di pentecoste, quel “paraklétos”, paraclito, promesso dallo stesso Gesù (Giovanni 14, 25-26) e che avrebbe rinfrescato la memoria dei 12 sui fatti e sugli insegnamenti di Gesù.
Una conseguenza, logica, della grande memoria dei 12 è stata sicuramente questa:
essi predicavano l’insegnamento di Gesù praticamente con le stesse parole che avevano udito dal loro maestro, per cui la predicazione era uniforme sia che venisse da Pietro o da Natanaele o da Giovanni o da Tommaso o da Bartolomeo etc., vi era uniformità di predicazione non solo sul contenuto ma anche nelle parole usate.

Se proviamo ad immaginare l’insieme delle persone che ricevevano questa predicazione, non è difficile pensare che molti si siano “presi degli appunti” su pezzi di papiro, abbastanza comune in quel periodo, anche per la vicinanza dell’Egitto e del Nilo sulle cui rive cresceva la canna chiamata, appunto, papiro, dalla lavorazione della quale si otteneva quella che può essere considerata la carta di quell’epoca.
E questo “vezzo” di prendere appunti doveva essere molto forte in modo particolare fuori dalla Palestina e cioè presso le popolazioni non ebree – i cosiddetti “Gentili” – che avevano scarsa o nulla dimestichezza con la Torah e con tutto il Vecchio Testamento.
Cosicchè, con tutta probabilità, ci dovevano essere in giro tali e tanti di quegli “appunti”, copiati e ricopiati, da indurre il buon Luca “a scriverne con ordine” (Luca 1, 1-4).
Ma c’era anche la necessità (vedi II Pietro 1, 14-15) di lasciare, visto che prima o poi tutti i testimoni diretti di Gesù sarebbero morti, l’intatto insegnamento di Gesù e su Gesù, come lo avevano ricevuto coloro che erano stati sostenuti da quel “paraklétos” promesso da Gesù.
E allora cominciarono a scrivere con ordine.
E iniziano così ad apparire i vangeli scritti o direttamente da qualcuno dei 12 – coloro, cioè, che avevano vissuto con Gesù a partire dal suo battesimo ad opera di Giovanni Battista fino alla morte risurrezione e ascensione al cielo di Gesù (Atti 1, 22) – o da qualcuno dei collaboratori dei 12, come Marco e Luca.

La vicenda di Gesù, il grande scalpore che aveva suscitato sia la sua uccisione sia la forte predicazione dei suoi discepoli che parlavano chiaramente della sua risurrezione e del suo essere il Messia atteso e preannunciato dal VT, lo sconvolgimento che aveva provocato nelle stesse concezioni delle autorità ebraiche ...
... tutto questo rendeva necessario che Gesù venisse presentato in modo chiaro affinchè tutti potessero capire chi egli fosse e perché avesse quella autorità che egli manifestava in modo tanto evidente (Marco 1, 22) già mentre era in vita e percorreva le strade della Palestina predicando il Regno di Dio.
E così i 12 fecero.
Sembra che il primo vangelo ad apparire sia stato quello di Marco. Certamente esiste un frammento del suo capitolo 6 che viene datato 55 d.C., quindi circa 25 anni dopo i fatti narrati; e si tratta del frammento di una copia e non dell’originale scritto di suo pugno da Marco. Viene ipotizzato l’anno 45 come data di composizione del vangelo di Marco.
Gli altri tre vangeli compaiono successivamente ma comunque entro il 60 d.C.; sicuramente vanno escluse le date posteriori al 70, anno della distruzione di Gerusalemme e del tempio, dato che non si trova in essi nessun accenno nè prova della distruzione del tempio e della città ma solo profezie circa quella distruzione.
E cosa pensavano i 12 di Gesù? E, quindi, cosa insegnano anche a noi oggi?
E’ proprio quello che andremo a vedere a cominciare dal vangelo di Marco.

[Modificato da AlfredoGennari 17/06/2015 18:12]
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Post: 520
Sesso: Femminile
18/06/2015 14:33

Gesù ha cambiato la storia. Perfino la data del tuo quotidiano è una testimonianza del fatto che Gesù di Nazareth è vissuto sulla terra circa 2.000 anni fa. Infatti "a.C." significa "avanti Cristo", "d.C." vuol dire "dopo Cristo".
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