Come fa un cristiano o una cristiana a sapere se ha la speranza celeste e fa parte di questo rimanente di israeliti spirituali? La risposta si trova nelle parole dell’apostolo Paolo a coloro che, come lui, avevano la speranza celeste: “Tutti quelli che sono condotti dallo spirito di Dio, questi sono figli di Dio. Poiché voi non avete ricevuto uno spirito di schiavitù che causi di nuovo timore, ma avete ricevuto uno spirito di adozione come figli, mediante il quale spirito gridiamo: ‘Abba, Padre!’ Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati”. — Rom. 8:14-17.
In altre parole, queste persone sono unte con lo spirito santo di Dio e ricevono una “chiamata”, o “invito”, celeste. (Ebr. 3:1; nt.) Questo invito viene rivolto a ciascuno di loro da Dio. Essi, a loro volta, rispondono prontamente senza avere dubbi né paura di accettare questo essere generati come figli di Dio. (Leggi 1 Giovanni 2:20, 21). Non sono loro dunque a scegliere questa speranza, ma è Geova a porre su di loro il suo suggello, o spirito santo. — 2 Cor. 1:21, 22; 1 Piet. 1:3, 4.
Alla Pentecoste del 33 E.V. Dio cominciò a scegliere i 144.000 per la vita celeste. Visto che questa speranza era nuova, sconosciuta ai servitori di Dio prima del tempo di Gesù, come avrebbero fatto quelli che erano scelti a sapere con certezza di avere questa speranza? Ricevendo la testimonianza che ne dà lo spirito santo di Dio. Questo non significa che vedano effettivamente lo spirito (che non è una persona) o che abbiano qualche visione mentale dello spirito che comunica con loro, né che odano voci dal reame spirituale. Paolo spiega: “Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio . . . Siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati”. — Romani 8:16, 17.
Questa testimonianza, o consapevolezza, riorienta il loro modo di pensare e la loro speranza. Essi sono ancora creature umane, e apprezzano le cose buone della creazione terrestre di Geova, tuttavia la loro vita e i loro interessi sono rivolti soprattutto all’essere coeredi con Cristo. Non sono arrivati a questa condizione spinti dall’emotività. Si tratta di individui normali, equilibrati nel loro modo di pensare e di comportarsi. Essendo santificati dallo spirito di Dio, tuttavia, sono convinti della loro chiamata, non avendo dubbi persistenti al riguardo. Sanno che, se si dimostreranno fedeli, la loro salvezza sarà in cielo. (2 Tessalonicesi 2:13; 2 Timoteo 2:10-12) Comprendendo cosa significa per loro il sacrificio di Gesù e discernendo di essere cristiani unti dallo spirito, prendono umilmente gli emblemi della Commemorazione.