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Giovanni l'anziano

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2012 17:06
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Città: PIAN DI SCO
Età: 76
Sesso: Maschile
13/11/2012 17:06

Prima parte
L’anziano alla signora eletta ... II Giovanni 1
L’anziano al carissimo Gaio ... III Giovanni 1

Così iniziano II e III Giovanni, due brevissime epistole da sempre attribuite a un Giovanni che non era ritenuto, però, l’apostolo ma che, in qualche modo, aveva l’autorità di un apostolo. Infatti, “parla con autorità apostolica”, afferma un commentario.
Inoltre, l’autore di queste due lettere lo è anche della I Giovanni, la quale non porta nessuna indicazione di autore: infatti le caratteristiche letterarie delle tre epistole sono troppo simili perché possano essere scritte da mani diverse.

Ma poiché nessuno è mai riuscito a individuare un qualche personaggio del I secolo che potesse avere sufficiente autorità apostolica da scrivere quelle lettere, quasi a malincuore tutti si rassegnano a dire che è stato l’apostolo Giovanni a scriverle o perlomeno qualcuno che lo aveva conosciuto molto bene.

Ma quali sono i motivi per cui c’è tanta reticenza ad attribuire all’apostolo Giovanni la paternità delle nostre due lettere?
Principalmente quella parola, “anziano” che è traduzione del greco “presbyteros”, che traslitterato in italiano diventa “presbitero” il cui diminutivo è “prete”.

Presbitero Giovanni o Prete Gianni.
E’ un mitico, quanto inesistente, personaggio medievale che avrebbe fondato un regno a”oriente” – le cose mitiche sono sempre a oriente! - un regno ricchissimo e potentissimo, ma soprattutto un regno in cui governavano la giustizia e la pace evangeliche, un regno nel quale ogni cristiano avrebbe voluto vivere.

Ne parla anche Umberto Eco nel suo “Baudolino”. Questo è un romanzo ambientato a cavallo del 1100 d.C., durante la vita dell’imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa, nel periodo della lotta fra l’impero e i comuni del nord d’Italia, Milano in testa, quando nasce il famoso (soprattutto per i militanti della Lega Nord) Carroccio, simbolo proprio dei comuni. Comuni che erano appoggiati dal papa Alessandro III, per cui era guerra più o meno aperta fra imperatore e papa. Era anche il periodo delle prime crociate ed è proprio partecipando a una di queste, la seconda, che Federico Barbarossa muore tragicamente.
Baudolino, il protagonista del romanzo, che era al seguito del Barbarossa, morto il suo imperatore, parte e va a “oriente” alla ricerca del mitico regno e del suo fondatore, il Presbitero Giovanni o Prete Gianni, appunto. Il programma originario sarebbe stato quello di andarci insieme al suo imperatore (di cui Baudolino era consigliere) alla conclusione della crociata, ma la morte di quest’ultimo cambiò le cose.
Infatti il Barbarossa, secondo il racconto di Umberto Eco, consigliato dallo stesso Baudolino, avrebbe voluto andare lui personalmente a rendere omaggio al Prete Gianni in base al seguente ragionamento: data la lotta in atto fra me e il papa, e dato che il papa si sente superiore a me imperatore essendo lui il sostituto di Gesù sulla terra … se io imperatore riesco a parlare con l’ultimo degli apostoli di Gesù, Giovanni, e a farmi suo vassallo spirituale, ne conseguirà certamente un’enorme accrescimento della mia importanza agli occhi dell’orbe terracqueo e una mia superiorità legale sul
papa. Infatti, se è vero che il papa è successore di Pietro, che è morto, io diventerei il rappresentante di Giovanni, ancora vivente.
Questo il pensiero di Federico Barbarossa, secondo il “Baudolino” di Umberto Eco
.

Secondo la fantasia medievale, dunque, questo Presbitero o Prete altri non sarebbe stato se non l’apostolo Giovanni il quale, secondo una sbagliatissima interpretazione di Giovanni 21, 22 (ma vedi anche il v. 23), avrebbe goduto di immortalità fino alla seconda venuta di Gesù. Nel frattempo avrebbe fondato un regno nel quale giustizia e pace avrebbero regnato incontrastate.

Quindi, mettendo insieme Giovanni 21, 22 (l’apostolo è immortale) e l’anziano (= presbitero o prete) di II e III Giovanni, la fantasia medievale ha creato il personaggio Presbitero Giovanni o Prete Gianni.


Cosa significa “anziano” in queste due lettere?
Certamente non indica età avanzata ma una posizione di autorità.
Che tipo di autorità? Ci sono due possibilità.

1 – Conduttore di una comunità insieme ad altri anziani, poiché il NT prevede sempre una pluralità di anziani alla guida di una comunità.
Quindi si tratta di un vescovo di una qualche chiesa dell’Asia Minore, probabilmente nella zona di Efeso.
Anche Pietro è anziano (vescovo) della comunità di Babilonia di Mesopotamia.
Quindi niente impedisce che un apostolo sia anche anziano di una chiesa specifica. Sicuramente Paolo non lo è mai stato per il semplice fatto che non era sposato e uno dei principali requisiti di un anziano è proprio quello di essere sposato e di avere figli.
Quindi, l’anziano di II e III Giovanni potrebbe benissimo essere un apostolo e questo spiegherebbe bene l’autorità con cui parla.

2 – E’ un “maestro” di particolare prestigio.

C’è un personaggio nato nel 70 d.C. e morto poco dopo il 130, Papia vescovo di Gerapoli, che riesce da sempre a gettare nella confusione tutti gli studiosi “serii”. Sì, perché da sempre i pochi frammenti rimasti dei suoi scritti hanno dato luogo a interpretazioni contrastanti circa quel che lui intendeva dire. E, forse, non è azzardato dire che è proprio lui che ha fatto nascere il prete Gianni.
In uno dei suoi scritti, Papia dice, o sembra dire, perché la cosa non è poi tanto certa, che esistevano due Giovanni, l’apostolo e l’anziano.
Però nessuno fino a Eusebio, storico della chiesa vissuto fra la fine del III e l’inizio del IV secolo, si era accorto che esistessero due Giovanni quasi contemporanei. E la cosa faceva anche comodo, cioè faceva comodo pensare che Apocalisse e il vangelo di Giovanni fossero stati scritti da persone diverse, date le differenze che si trovano nei due scritti.
Purtroppo, però, non c’è prova di nessun genere che possa dimostrare l’esistenza dei due Giovanni. Anzi! fino al III secolo nessuno aveva mai messo in dubbio che vangelo, epistole e Apocalisse fossero state scritte da Giovanni apostolo figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo.

E allora?
E allora proviamo invece a pensare in modo, dico io, realistico.


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