Giovanni dimorò in Efeso?

L’apostolo Giovanni andò a Efeso?
E se sì, quando vi andò?
Vediamo.
Dal NT si ricava che Efeso venne visitata da Paolo prima di ogni altro Apostolo.

Secondo una cronologia abbastanza sicura, incrociata con dati documentari extrabiblici, come documenti amministrativi romani, Paolo arrivò a Efeso nel corso del suo terzo viaggio missionario e vi rimase per ben tre anni, dal 54 al 57. La sua predicazione portò alla nascita della chiesa di Efeso, ma sicuramente si sparse in tutta la zona circostante.
Certamente nessun altro apostolo era ad Efeso in questo periodo, sarebbe molto strano che Luca negli Atti non ne avesse fatto cenno.
Successivamente Paolo andò a Gerusalemme dove venne arrestato e mandato prima a Cesarea e poi a Roma, con viaggio iniziato nell’autunno del 60 e concluso nella primavera del 61 (Atti da 21, 27 alla fine). Paolo rimase a Roma per “due anni interi” (Atti 28, 30), dopodiché lo ritroviamo (non esiste documentazione comprovante se nel frattempo avesse fatto il viaggio in Spagna, come aveva scritto in Romani 15, 24) di nuovo a Efeso (I Timoteo 1, 3), dove lascia Timoteo mentre lui parte per la Macedonia.
E se vi lascia Timoteo a curare la chiesa (I Timoteo 1, 3-4) è ben evidente che non debba essere nessun apostolo presente! Non avrebbe avuto molto senso lasciare Timoteo se vi fosse stato Giovanni!
Dunque Giovanni non va ad Efeso prima del 64-65.

Né esiste prova sicura che vi sia andato.
Quello che è certo è il suo imprigionamento (Apocalisse 1, 9) a Patmos, un’isoletta posta davanti alla costa della provincia romana d’Asia (l’attuale Turchia) su cui sta Efeso.
In realtà Giovanni non dice di essere prigioniero, dice di esservi “a causa della Parola di Dio e della testimonianza di Gesù” e quindi potrebbe esservi andato per predicarvi la Parola.
Ma dato il contenuto delle lettere alle sette chiese dei capp. 2 e 3, e dato che Patmos era usata dai Romani come luogo di confino per i soggetti ritenuti pericolosi, è logico pensare che vi fosse confinato in seguito alla persecuzione scatenata da Nerone contro i cristiani, fra il 64 e il 68.

Le lettere alle sette chiese dell’Asia riportate nei capp. 2 e 3 di Apocalisse, fanno pensare che Giovanni le conoscesse e che quindi si trovasse, negli anni dopo il 64, nell’Asia anche se non precisamente a Efeso.
E, in effetti, la maggiore e più antica fonte storica su Giovanni, Ireneo vescovo di Lione, dice che Giovanni era in Asia ma non specifica nessuna città.
Dunque non esiste nessuna fonte storica che dica esplicitamente che Giovanni abbia dimorato a Efeso.

Esiste però la cosiddetta “tradizione”.
Quella che segue è la “tradizione”.
- Il primo, in ordine di tempo, a parlarne è Ireneo di Lione nel 180 d.C. nel suo “Adversus haereses”, un’opera polemica contro le eresie gnostiche di quel periodo storico. Ireneo, per la verità, parla genericamente di un soggiorno di Giovanni in Asia, la regione (l’attuale Turchia) in cui si trovava Efeso) ma non specifica nessun nome di città.
- E’ Policrate, vescovo di Efeso, a dire, dieci anni dopo (190 d.C.), che Giovanni era morto a Efeso. Policrate in una sua lettera indirizzata al vescovo di Roma Vittore (stavano litigando sulla data della pasqua!!!), cita i personaggi importanti transitati dalla sua chiesa fra i quali anche l’apostolo Giovanni.

- Ma il documento su cui, molto probabilmente, si basarono sia Ireneo che Policrate è l’apocrifo “Atti di Giovanni”, risalente alla seconda metà del II secolo d.C., quindi giusto in tempo per essere consultato da Ireneo e da Policrate.
Questo apocrifo narra che Giovanni, per ispirazione divina, andò da Mileto (che si trova nella stessa regione di Efeso) a Efeso e che qui compì una grande varietà di miracoli, che hanno più la caratteristica della magìa e stregoneria che dei miracoli di Gesù e degli apostoli raccontati dal NT.
Ma ciò che maggiormente scredita “Atti di Giovanni” è un discorso messo in bocca a Gesù che dice chiaramente che il suo corpo fisico è solo apparenza: quindi in netta opposizione con I Giovanni che afferma il contrario e cioè che Gesù è “venuto in carne” (I Giovanni 4, 2).
Questo apocrifo è un libro gnostico e gli gnostici avevano la necessità di appellarsi all’autorità apostolica per dar valore alle loro dottrine: l’apostolo Giovanni era molto indicato per il loro scopo, dato il suo linguaggio abbastanza vicino a quello degli gnostici (nella forma ma non nei contenuti).

Ed è da questo libro, opera gnostica del II secolo, che vengono tratte tutte le notizie circa Giovanni, sia quella della sua permanenza a Efeso, che quella della sua morte in tarda età, come anche quella della sua presunta verginità e della sua vita insieme a Maria madre di Gesù.
Quindi niente Efeso, per Giovanni; al più una conoscenza delle varie chiese dell’Asia dovuta a ragioni di azione evangelistica rivolta verso tutti i suoi connazionali, piuttosto numerosi nella zona, come del resto in ogni altra parte dell’Impero Romano.
Pietro, da Antiochia, la prima chiesa sorta fuori dalla Palestina, va verso la Mesopotamia, a Babilonia, a portare o a consolidare il messaggio cristiano ai suoi connazionali; Giovanni, invece, per lo stesso motivo, si rivolge a occidente verso la provincia di Asia.
E’ tanto strano? E’ meglio forse ricorrere alle favolette raccontate da Atti di Giovanni? pieno zeppo di miracoli improbabili e assolutamente inutili e privi di qualsiasi parvenza di sobrietà?[/DIM]