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Giovanni di Zebedeo e Ireneo di Lione (3)

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2013 19:00
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Città: PIAN DI SCO
Età: 76
Sesso: Maschile
07/10/2013 19:00

Le notizie sulla vita di Giovanni, di cui non esistono fonti, sono un esempio di come la “chiesa ufficiale” si sia appropriata di fonti gnostiche senza però riconoscere le fonti stesse (ovviamente! non poteva riconoscere ciò che ufficialmente condannava! qui sta la doppia morale).

Ireneo ha fatto proprio questo: si è letto ben bene “Atti di Giovanni”, si è impossessato delle notizie che questo apocrifo conteneva e le ha “riciclate” come notizie da lui stesso ricevute da un discepolo di Giovanni apostolo.
Questo discepolo sarebbe stato Policarpo il quale, essendo nato nel 70, poteva aver conosciuto Giovanni solo quando questi era molto vecchio.

Ha dovuto pure asseverare la persecuzione di Domiziano contro i cristiani e quindi la conseguente prigionia di Giovanni a Patmos.
Ma la cosa veramente molto, molto sorprendente è che non esiste nessuna documentazione storica della persecuzione di Domiziano contro i cristiani. I due maggiori storici romani, Svetonio e Tacito, pressoché contemporanei di Domiziano NON ACCENNANO MINIMAMENTE A PERSECUZIONI SCATENATE DA DOMIZIANO CONTRO I CRISTIANI.
Niente.
Eppure entrambi parlano di quella di Nerone, e Tacito parla pure di quella di Traiano, durante la quale fu ucciso Ignazio vescovo di Antiochia nel 107.
E allora non è azzardato dire che l’unica fonte “storica” attestante la persecuzione di Domiziano contro i cristiani è proprio l’apocrifo gnostico “Atti di Giovanni”.

Ovviamente, come ogni leggenda, ci deve essere un fondo minimo di verità, le leggende non sono mai inventate di sana pianta ma prendono spunto da un dato reale.
E così è in questo caso: il dato reale, storico – questo, sì, è attestato da Svetonio, lo storico romano di cui più sopra - è l’uccisione di due senatori con l’accusa di “adozione di usanze ebraiche” (i cristiani erano considerati una derivazione dall’ebraismo) ma il motivo vero era che quei due senatori erano sospettati di complottare per uccidere l’imperatore, cosa che sarebbe comunque avvenuta di lì a poco.
Addirittura Tertulliano (II-III secolo), uno dei cosiddetti padri della chiesa, scrisse che Domiziano «tentò di comportarsi» come Nerone, ma «si tirò subito indietro, richiamando anche coloro che aveva condannato all'esilio».

Che dire??!! Tutte le notizie su Giovanni vengono da un apocrifo gnostico.
E quindi risulta fasulla anche la data di composizione di Apocalisse, che viene da molti fissata nel 96, durante la “persecuzione” di Domiziano: persecuzione che non c’è mai stata!!


Due parole su “Atti di Giovanni”.
Chi vuole può vedere Wickipedia o leggersi “Gli evangeli apocrifi”, Ed. Massimo, Milano 1964, da pag. 130.
Questo libro narra di un colloquio avuto da Giovanni con Gesù che gli era apparso e che a Giovanni parve bene di mettere per iscritto.
Secondo questo libro, Giovanni si sarebbe recato a Efeso per ispirazione divina. Qui compie vari miracoli, muore in tarda età per cause naturali e viene sepolto. Ma avviene che il corpo scompare per cui si pensa ad una assunzione in cielo del corpo stesso.

Una seconda versione dell’apocrifo narra che Giovanni, che si trovava a Efeso, dopo la distruzione del tempio nel 70 d.C. viene chiamato a Roma dall’imperatore Domiziano che ne aveva sentito dire un gran bene. E qui compie tantissimi miracoli fra cui quello di superare indenne la prova, cui lo sottopose Domiziano, di bere una coppa piena di veleno. Entrava così nelle simpatie dell’imperatore il quale, essendo già partita la persecuzione contro i cristiani, non lo volle giustiziare ma lo mandò in esilio a Patmos dove scrisse Apocalisse. Quindi, liberato da Nerva (96-98), tornò a Efeso dove nominò Policarpo come suo successore.

Tuttavia, a far sospettare molto dell’attendibilità di questo scritto è, in modo particolare, oltre alla fantasticità dei miracoli, un lungo discorso di Giovanni che descrive Gesù in chiave doceta (il docetismo era una delle sette gnostiche presenti nelle chiese del II secolo), secondo la quale Gesù non sarebbe venuto in carne reale ma solo come pura apparenza (“docetismo” viene dal greco “dokeo” che significa “apparire”). Così pure la sua passione e morte in croce erano solo un’apparenza e non una realtà. Quindi Giovanni direbbe in questo libro esattamente il contrario di ciò che aveva scritto nella I Giovanni, dove uno dei temi portanti è proprio quello della realtà – vista udita toccata – della venuta di Gesù come corpo umano reale!
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