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Ultimo Aggiornamento: 30/10/2013 17:10
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Città: PIAN DI SCO
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Sesso: Maschile
12/10/2013 13:19

“Voi siete i miei testimoni” dice Jahweh agli Israeliti, Suo popolo, in Isaia 43, 10 e 44, 8).
E qui gongolano i T.d.G., i quali trovano così la conferma dell’appropriatezza del loro nome.
E pertanto si sentono di poter tranquillamente andare in giro a dire che il nome del creatore dell’universo è Geova (o anche Jahweh, questo te lo concedono!).
Come se, un bel giorno, si fossero incontrati (loro e Dio) scambiandosi le solite frasi … “oh ciao, come stai? Io mi chiamo Alfredo; e tu?”; “ciao, sto bene, grazie; io mi chiamo Geova” … e Alfredo, tutto gongolante, va in giro dicendo “il Creatore si chiama Geova”.
E ne avrebbe pienamente ragione, perché sarebbe stato testimone diretto dell’incontro con Geova e delle parole di Geova stesso.

Un po’ come per i 12, che potevano dire tranquillamente di essere “testimoni” di Gesù (Atti 1, 8), delle sue parole e delle sue opere, perché avevano vissuto con lui per circa tre anni, vedendolo, udendolo e toccandolo (I Giovanni 1, 1-4).

Ma, purtroppo per gli amici T.dG., le cose non stanno così; Alfredo non ha mai incontrato Geova e quindi non Lo ha mai sentito dire il proprio nome.
Il significato di “martus” (= testimone) in Isaia è lo stesso di Genesi 31, 47, dove lo stesso termine “martus” è applicato a un mucchio di pietre elevato da Giacobbe e Labano per suggellare un loro patto e che perciò viene chiamato “testimone” del patto stesso. Come a dire che l’esistenza di quel mucchio di pietre dimostra l’esistenza e l’opera di Giacobbe e Labano, che quel mucchio di pietre avevano elevato.
Così anche gli Israeliti, esistendo per quello che sono, dimostrano l’esistenza e l’opera (in questo caso l’opera sono loro stessi) di Dio. Quindi sono, sì, testimoni di Jahweh ma lo sono in quanto sono opera, fattura di Jahweh, e non certamente in quanto l’hanno visto udito e toccato come potevano dire i 12 riguardo a Gesù.
E che il termine “testimone” abbia anche questo significato lo “testimonia” (quando ce vo’ ce vo’, il gioco di parole!) un fatto molto attuale e comune nello sport: come si chiama il bastoncino che gli atleti che corrono la staffetta si passano l’uno all’altro? si chiama proprio “testimone”.

Nota – Il termine greco “martus” (testimone) si trova, nella LXX (Genesi 31, 47), sulla bocca di Giacobbe che designa come “testimone” il mucchio di pietre elevato da lui e Labano a suggello del loro patto. Interessante che Labano, invece, sempre nello stesso versetto, chiama lo stesso mucchio di pietre “testimonianza” (greco marturia). Anche un oggetto, quindi, può essere “testimone”.
Sia in questo brano (nelle parole di Giacobbe) che nei due passi di Isaia citati sopra, il corrispondente ebraico è “ed”.

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