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I Giovanni 3, 2-6

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2013 13:41
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Età: 76
Sesso: Maschile
17/10/2013 17:42

2b – Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.
Il momento in cui riusciremo a vederlo, significherà che saremo simili a lui, cioè saremo trasformati (vedi I Corinzi 15, 51).
Il “lui” di questo versetto è da identificare come “Gesù”, specialmente alla luce del versetto seguente.

3 – E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica come egli è puro.
La nostra vita qui è preparazione, crescita verso una dimensione spirituale della nostra intera persona, compreso il nostro corpo: infatti noi siamo una unità di corpo e spirito che, pur spaccandosi temporaneamente per la morte fisica, si ricomporrà nell’ultimo giorno in una nuova e perfetta unità non più deteriorata dal peccato, cioè dalla disubbidienza a Dio.

4 – Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge.
Apparentemente non c’è nesso fra questo versetto e il precedente, ma in realtà il nesso c’è ed è fortissimo.
La purificazione di cui parla il v. 3 consiste proprio nel non commettere peccato, nel non trasgredire la legge, esattamente come ha fatto Gesù che non ha conosciuto peccato come dice Paolo in II Corinzi 5, 21; e come attestano anche Ebrei 4, 15 e Pietro (I Pietro 2, 21-25), come pure Isaia che lo profetizzò secoli prima (Isaia 53 vedi tutto il capitolo).
Gesù si è sempre attenuto, durante la sua vita in Palestina, alla legge di Mosè senza mai trasgredirla, perché questo era l’imperativo che veniva da Dio stesso (Deuteronomio 30, 15-16). Anche durante i tentativi operati da Satana al fine di fargli trasgredire la legge, e quindi peccare, Gesù ha sempre risposto attenendosi alla legge stessa (vedi Matteo 4, 1-11).

Per un breve approfondimento circa il peccato come trasgressione della legge, vedi nella Sottocartella di I Giovanni il post “Che cosa è peccato?”.

5 – Ma voi sapete che egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c’è peccato.
E proprio perché non ha mai peccato, ossia non ha mai trasgredito la legge, Gesù può eliminare il peccato, cioè può rendere chi crede in lui come se non avesse mai trasgredito la legge (ma quale legge? vedi il post citato qui sopra “Che cosa è il peccato”): questo infatti era il suo compito (Giovanni 1, 29 / Atti 13, 38-39).

6 – Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha veduto né conosciuto.
(dalla Versione Riveduta di G. Luzzi. La Nuova Riveduta è invece meno forte, più morbida: infatti traduce Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l’ha veduto né conosciuto.

Per un breve approfondimento, vedi nella Sottocartella di I Giovanni il post “Pecchiamo – Non pecchiamo”.


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