Camminando con Gesù: Gesù, Nicodemo, la Samaritana

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AlfredoGennari
00domenica 17 febbraio 2013 17:48
Gesù è a Gerusalemme per la Pasqua, la prima Pasqua della sua vita pubblica (e quindi siamo nell'anno 28 e la Pasqua cadeva il 31 marzo), quando caccia i mercanti dal tempio e nel tempio incomincia ad insegnare e quando, una notte, riceve la visita di un personaggio importante nella vita pubblica di Gerusalemme: si tratta di Nicodemo, che è un rabbino e un Fariseo e uno dei capi dei Giudei (Giovanni 3, 1.10) e quindi, presumibilmente, membro del Sinedrio.

La caratteristica principale di Nicodemo è che egli vuole conoscere Gesù.
Sì, perchè mentre la gente (dice Giovanni 2, 23) credeva nel suo nome, vedendo i miracoli che egli faceva, Nicodemo si era posta la domanda “perchè fa miracoli di tal genere?” e si era data una risposta (Giovanni 3, 2): noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perchè nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui.
Ma non gli bastava, per questo va di notte da Gesù per potergli parlare senza l'affollamento di persone che c'era durante il giorno.

Quindi, Nicodemo vuole conoscere Gesù, sapere chi è e capire da dove viene.
Non gli basta l'emotività dei momenti miracolosi, questi servono ad attirare l'attenzione su Gesù, ma poi deve seguire una conoscenza più profonda: e Nicodemo fa proprio questo.
E si può tranquillamente pensare che quella visita notturna abbia avuto l'effetto migliore: non è scritto in nessuno dei vangeli che sia diventato discepolo di Gesù, ma certamente si dimostra tale quando (Giovanni 7, 50-52) difende Gesù contro i Farisei e quando (Giovanni 19, 39) porta mirra e aloe per imbalsamare il corpo di Gesù.

La chiacchierata fra Gesù e Nicodemo è sicuramente ricordata principalmente per il tema della “nuova nascita”: non si entra nel Regno di Dio, non lo si può neanche vedere, dice Gesù, se non si nasce di nuovo (Giovanni 3, 3-8).
Si tratta, evidentemente, di una nascita diversa da quella fisica che tutti conosciamo, Gesù dice d'acqua e di spirito (v. 5).

Ma che c'entra l'acqua con lo spirito? in un discorso, poi, tutto incentrato sullo spirito, che va dove vuole e viene da dove gli pare?
E' strano, questo riferimento, sembra completamente fuori contesto: la nuova nascita, si può pensare, e molti lo pensano, che sia un fatto puramente interiore, operata in te dall'opera dello Spirito che ti investe .....
.... ma, forse, a noi esseri umani, materiali e limitati, non basta essere investiti dallo Spirito,
abbiamo bisogno di qualche segno materialmente concreto per nascere di nuovo, per mostrare a noi stessi e agli altri che siamo nati di nuovo, e allora ecco l'immersione (battesimo) nell'acqua che raffigura materialmente l'immersione nello Spirito.


Gesù si trattiene ancora un po' di tempo a Gerusalemme e nella Giudea, approfittandone per andare in giro per le campagne della Giudea predicando e battezzando, al punto che molte persone preferivano essere battezzate da lui (o dai suoi discepoli) piuttosto che da Giovanni Battista, che operava nella stessa zona.
E poiché questo era, o poteva essere, un argomento che i Farisei avrebbero potuto usare per mettere a confronto, in senso negativo, i due personaggi, Gesù decise di andarsene dalla Giudea e ritornare in Galilea (Giovanni 4, 1-3).
Gesù, dunque, torna in Galilea. La via più breve per andarci era quella di passare attraverso la Samaria, che aveva la caratteristica di essere abitata da una popolazione molto osteggiata dai Giudei. Infatti, i Samaritani non erano propriamente di etnia ebraica; erano stati originati da popolazioni che gli Assiri, circa 700 anni prima, avevano trapiantato in Samaria (vedi 2 Re 17, 24-41) , che allora era il territorio del regno ebraico del nord (mentre la Giudea lo era del regno ebraico del sud), per ripopolarla dopo averne deportati tutti gli abitanti che ci stavano e che avevano perso la guerra con gli Assiri stessi. I Samaritani seguivano anch'essi, come i Giudei, la legge di Mosè, il Pentateuco, al quale però avevano apportato qualche modifica, come traspare da Giovanni 4, 20 circa il luogo in cui si doveva adorare Dio. Il Pentateuco Samaritano è stato anch'esso scritto e ricopiato più volte su pergamena ed è un manoscritto molto importante per la ricostruzione del testo originale del Pentateuco stesso.

Gesù, dunque, attraversa la Samaria e, mentre i suoi discepoli vanno nella città vicina, Sicar, a comprar da mangiare, si ferma a riposare presso il pozzo detto di Giacobbe. E qui incontra una donna samaritana che andava al pozzo per attingere acqua.

La cosa molto interessante è che i discepoli, tornando (Giovanni 4, 27), si meravigliarono di vederlo discorrere con una donna.
E, infatti, per i Giudei, era cosa scandalosa che un uomo parlasse a una donna, le donne erano buone per una cosa sola e non certamente per parlarci. Se poi si pensa che una delle preghiere più frequenti per i Giudei era quella di ringraziare Dio per non averli fatti nascere femmine, si ha un quadro piuttosto deprimente della misoginia di quei tempi.
Ma per Gesù non c'è differenza fra uomo e donna, entrambi sono “persone”, entrambi sono cari agli occhi di Dio, per il quale hanno lo stesso valore.
Quindi Gesù parla con quella donna, in modo assolutamente normale, esattamente come aveva fatto con Nicodemo pochi giorni prima.
E anche con lei parla di cose importanti, fondamentali nel messaggio cristiano: segno evidente, questo, che la vita spirituale non ha sesso, che lo Spirito comunica sia agli uomini che alle donne, perchè entrambi sono stati forniti da Dio della stessa facoltà di ricevere comunicazioni da parte dello Spirito.

E' l'acqua che accomuna questi due episodi della vita di Gesù, è l'acqua che è segno di vita spirituale: nel primo caso è segno dell'immersione nello Spirito, nel secondo è segno del sostentamento fornito dall'insegnamento di Gesù.

E come si fa a pensare di eliminare l'immersione in acqua?


Orchidea
00domenica 17 febbraio 2013 19:50
senza battesimo si puo' essere approvati da Gesu' ?
AlfredoGennari
00lunedì 18 febbraio 2013 05:44
Re:
io.donna, 17/02/2013 19:50:



senza battesimo si puo' essere approvati da Gesu' ?





Beh, visto che lui ce lo ha insegnato tramite i suoi apostoli proprio all'inizio, nel giorno in cui, pentecoste, nasceva la sua chiesa (Atti 2, 38), credo che se noi non lo facessimo non saremmo approvati da lui.
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