Giovanni di Zebedeo e Ireneo di Lione (1)

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AlfredoGennari
00lunedì 7 ottobre 2013 18:41
Il primo fra gli scrittori ritenuti “serii” a scrivere esplicitamente che Giovanni di Zebedeo sarebbe stato l’autore di I Giovanni è Ireneo di Lione intorno al 180 d.C.; il quale dice anche che Giovanni è vissuto e morto a Efeso o comunque nella zona di Efeso.
Dalla stessa zona proviene anche l’Apocalisse, scritto dall’apostolo mentre era prigioniero a Patmos, un’isoletta di fronte alla costa dell’Asia Minore, la zona in cui si trova Efeso, appunto.

Ireneo dice pure che Giovanni sia morto vecchissimo e che, pertanto, sia stato conosciuto da personaggi come Policarpo vescovo di Smirne e da Papia vescovo di Gerapoli (le due città si trovano a poca distanza da Efeso). Entrambi questi due personaggi sono nati intorno al 70 d.C..
Tuttavia è sempre soltanto Ireneo a sostenere che i due personaggi sopra citati abbiano conosciuto personalmente Giovanni; infatti Papia ha detto di non averlo mai conosciuto, come risulta da un frammento di un suo scritto conservato da Eusebio di Cesarea.

Bisogna pensare, tuttavia, che Ireneo, nel suo Adversus haereses (Contro le eresie), opera dalle quale si ricavano le suddette notizie, aveva la preoccupazione di unificare e legare tutte le tradizioni cristiane facendole derivare direttamente da Gesù Cristo tramite i suoi apostoli e, quindi, farle confluire nella chiesa che, secondo lui, era la sola affidabile - questa chiesa era quella di Roma - essendo stata fondata dai due massimi apostoli Pietro e Paolo (teoria, questa, tutta sua e storicamente falsa! e in netto contrasto con i dati del NT!).
Lui stesso, inoltre, avrebbe poi ricevuto direttamente da Giovanni apostolo l’insegnamento tramite Policarpo di cui era stato discepolo.
Risulta chiaro, dunque, l’intento di Ireneo: bypassare tutti i grandi maestri gnostici del II secolo (che si erano tutti annidati a Roma) sostenendo che la chiesa di Roma raccoglieva la tradizione dei due apostoli suoi fondatori e facendovi confluire anche la tradizione dell’altro grande apostolo Giovanni tramite un suo diretto discepolo, Policarpo, il quale avrebbe trasmesso a lui, Ireneo, tale tradizione.
E' stato un bel giochino.
Basti pensare che l’apostolo Giovanni era il prediletto degli gnostici per il suo linguaggio vagamente esoterico e chiaramente diverso dai sinottici, per cui il giochino di Ireneo toglieva di mano ai maestri gnostici l’uso di uno dei maggiori apostoli per sostenere le proprie vedute.

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