Giovanni muore vecchissimo: è vero o è una balla? 2

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AlfredoGennari
00mercoledì 9 gennaio 2013 09:19
Meno male che c’è il gossip! Il quale non si chiamava così nei primi secoli della nostra era, per il semplice fatto che ancora non erano stati inventati gli Inglesi con la loro lingua.
A quell’epoca aveva un altro nome; o meglio, aveva altri nomi. Si chiamava “vangeli”, “atti”, “epistole”, “apocalissi”; e, come avviene nel nostro gossip, gli scriventi attribuivano parole e fatti a personaggi importanti del passato senza curarsi più di tanto se scrivevano cose vere o false. Come avviene oggi, anche allora l’importante era dire, non importava se il vero o il falso.

Fatto sta che a colmare molte “lacune” lasciate dal Nuovo Testamento (=vangeli, atti, epistole, apocalisse) si pubblicavano libri che oggi chiamiamo “apocrifi” che significa “segreti”, non so quanto legittimamente.
E per quanto riguarda il nostro argomento, cioè l’età che aveva Giovanni quando morì, a colmare la lacuna ci pensa il solito apocrifo.
Si tratta di “Atti di Giovanni” e viene scritto verso la metà del II secolo d.C., si dice, da un certo Leucio Carino di cui non si conosce niente.
Da questo libro di gossip noi traiamo tutte le notizie circa l’età, il domicilio, le fantasticamente straordinarie opere e le modalità di morte (e assunzione in cielo. non poteva mancare!), relative all’apostolo Giovanni. Tutte. Nessuna esclusa.

Questo libro narra di un colloquio avuto da Giovanni con Gesù che gli era apparso e che a Giovanni parve bene di mettere per iscritto.
Secondo questo libro, Giovanni si sarebbe recato a Efeso per ispirazione divina; qui compie vari miracoli, muore in tarda età per cause naturali e viene sepolto. Ma avviene che il corpo scompare per cui si pensa ad una assunzione in cielo del corpo stesso.

Una seconda versione dell’apocrifo narra che Giovanni, che si trovava a Efeso, dopo la distruzione del tempio nel 70 d.C. viene chiamato a Roma dall’imperatore Domiziano che ne aveva sentito dire un gran bene. E qui compie tantissimi miracoli fra cui quello di superare indenne la prova, cui lo sottopose Domiziano, di bere una coppa piena di veleno. Entrava così nelle simpatie dell’imperatore che, essendo già partita la persecuzione contro i cristiani, non lo volle giustiziare ma lo mandò in esilio a Patmos dove scrisse Apocalisse. Quindi, liberato da Nerva (96-98), tornò a Efeso dove nominò Policarpo come suo successore.


Tuttavia, a far sospettare molto dell’attendibilità di questo scritto è, in modo particolare, un lungo discorso di Giovanni che descrive Gesù in chiave doceta (il docetismo era una delle sette gnostiche presenti nelle chiese del II secolo), secondo la quale Gesù non sarebbe venuto in carne reale ma solo come pura apparenza (“docetismo” viene dal greco “dokeo” che significa “apparire”). Così pure la sua passione e morte in croce erano solo un’apparenza e non una realtà. Quindi Giovanni direbbe esattamente il contrario di ciò che aveva scritto nella I Giovanni, dove uno dei temi portanti è proprio quello della realtà – vista udita toccata – della venuta di Gesù come corpo umano reale!

Fino a prova contraria, nessuno ha parlato di Giovanni apostolo prima di Ireneo di Lione che viene ritenuto attendibile come storico. Purtroppo, lo dico per l’attendibilità di Ireneo come storico, Atti di Giovanni apparve prima che Ireneo scrivesse le opere nelle quali egli parla di Giovanni, per cui nulla osta a che le sue “fonti” su Giovanni fossero proprio l’opera gnostica “Atti di Giovanni”.
Dobbiamo credergli?
Io dico di no. La fonte non è attendibile, se non per fare gossip.
E molto si potrebbe dire su Ireneo di Lione. Magari un’altra volta.
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