I Giovanni 2, 20-29

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AlfredoGennari
00giovedì 29 novembre 2012 13:09
20 Quanto a voi, avete ricevuto l’unzione dal Santo ...
La parola greca tradotta con “unzione” è “crisma” (χρΐσμα) e significa “olio per l’unzione”.
Notare: cristo (χριστός) significa “unto”, i credenti cui si rivolge Giovanni hanno “ricevuto l’unzione (χρΐσμα)”, che viene dal “Santo”.
L’equazione è facile: Gesù è l’unto per eccellenza, coloro che credono in lui sono pure unti. Il Santo è Dio.
Altrove (Atti 10, 38) si legge: ... Gesù di Nazareth, Dio lo ha unto di Spirito Santo ... .
Dunque l’”unzione”, il χρΐσμα, è lo Spirito Santo (e, in effetti, molti traduttori mettono “Spirito Santo” al posto di “unzione”; cosa che, però, non trovo corretta).
Altrettanto facile è dire: l’anticristo o gli anticristi, di cui Giovanni ha parlato nei due versetti precedenti, sono esattamente coloro che non hanno l’unzione dal Santo, non hanno lo Spirito Santo, hanno finto di essere unti dal Santo ma poi hanno dovuto rivelarsi per quello che erano, cioè senza lo Spirito.
E, infatti, poichè ... nessuno può dire “Gesù è Signore” se non per lo Spirito Santo (I Corinzi 12, 3), costoro “non riuscivano” ad accettare Gesù per quello che era e lo negavano (negarne una parte, cioè la sua venuta nella carne, equivale a negarlo totalmente).

Con questo versetto Giovanni spiega ampiamente il senso della parola “anticristo”, senza nessun bisogno di dare libero sfogo alle favole (alle quali ho accennato nel commento ai versetti 18-19) che sono state raccontate nel corso dei secoli circa questa parola: molto semplicemente, è anticristo chiunque, all’interno della comunità, sia senza l’unzione dal Santo, cioè senza lo Spirito Santo che è l’unico che ci possa far dire “Gesù è Signore”.

20 ... e tutti avete conoscenza.
Altri traducono “... e voi sapete tutto”. E questo fa eco a Paolo (I Corinzi 2, 15-16) che dice: Ora noi abbiamo la mente di Cristo. Avere lo Spirito Santo (il paraclito) significa avere la mente di Cristo (l’altro paraclito) e viceversa.
Il paraclito, cioè l’intercessore, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto dice Gesù (Giovanni 14, 26), cioè vi darà la conoscenza. E così sarà per tutti quelli che avranno fede in Gesù.

Un’ambiguità. Poco più sopra ho detto che “il Santo”, quello che dà l’unzione, è Dio.
Qualcuno dice, sulla base di Giovanni 6, 69 / Atti 3, 14 / Apocalisse 3, 7, che è Gesù.
In Giovanni 14, 26 Gesù dice che il Padre manderà lo Spirito Santo nel mio nome.
Si può lasciare l’ambiguità, non cambia la sostanza della cosa, poiché in Gesù abita la pienezza della Deità (Colossesi 2, 9).
A meno che non ci si voglia divertire, come fanno da sempre i teologi cattolici, a discettare sul dilemma: lo Spirito Santo procede dal Padre? o procede dal Figlio? o procede dal Padre e dal Figlio?
Mah!

21 Vi ho scritto, non perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché tutto ciò che è menzogna non ha niente a che fare con la verità.
E’ come se Giovanni avesse voluto dire:
“io so che voi, che avete lo Spirito, conoscete la verità; tuttavia, a volte capita che non si pensi al suo contrario e, soprattutto, capita che non si pensi che il contrario della verità, cioè la menzogna, possa essere dentro la chiesa. E allora voglio dire una parola in più per maggior chiarezza, perché la menzogna a volte si mescola con la verità e in essa cerca di nascondersi”.
Questo è il senso di questa frase.

22 Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio.
Chiaro, no? Solo chi non ha lo Spirito può negare Gesù, quindi l’anticristo è un bugiardo che si annida nella comunità e che poi si manifesta per quello che è, cioè per uno (o tanti) che non ha lo “Spirito di verità” (Giovanni 14, 17); senza dover andare a pensare a Neroni vari succedutisi nel corso della storia o a nostradamiche oscure profezie, buone solo per intesservi dei film dell’orrore o simili.

23 Chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre; chi riconosce pubblicamente il Figlio, ha anche il Padre.
Piuttosto logico: in Cristo abita la pienezza della Deità, la Parola, che è Dio, entra in un corpo umano e diviene Gesù di Nazareth, Dio è Padre proprio in quanto ha un Figlio, Gesù … va da sé che negando uno si nega automaticamente anche l’altro.
Il verbo “negare” è esattamente il contrario di “confessare” (= riconoscere pubblicamente).

24 Quanto a voi, quel che avete ricevuto fin dal principio rimanga in voi. Se quel che avete udito fin dal principio rimane in voi, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre.
Qui “dal principio” significa “da quando la Parola è stata predicata dai testimoni di Gesù e accolta dai loro uditori. Averla accolta è significato aver ricevuto lo Spirito della verità e questo è garanzia di unione intima col Padre e col Figlio.

25 E questa è la promessa che egli ci ha fatta: la vita eterna.
Questo versetto andrebbe letto così: “il rimanere nel Figlio e nel Padre è la vita eterna che ci ha promessa”. Chi crede nel Figlio ha vita eterna (Giovanni 3, 36) e credere ne Figlio significa avere in sè Dio, cioè la vita.
La promessa, dunque, è già realizzata.

26 Vi ho scritto queste cose riguardo a quelli che cercano di sedurvi.
Costoro sono senza l’unzione del Santo e quindi dicono le cose sbagliate cui ho accennato, sembra voler dire Giovanni, ma voi …

27 Ma quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto rimane in voi , e non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno,
Vedi commento al v. 20.

27 ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato.
Vedi ancora commento a v. 20 e anche a v. 21.
L’unzione che avete ricevuta da lui (dal Santo: Dio o Gesù? vedi Un ambiguità nel commento a v. 20), tuttavia, vi insegna a rimanere saldamente in lui, Gesù; il lui potrete distinguere chiaramente fra verità e menzogna.

28 E ora, figlioli, rimanete in lui affinchè, quand’egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna

29 Se sapete che egli è giusto, sappiate che anche tutti quelli che praticano la giustizia sono nati da lui
Praticare la giustizia significa osservare i comandamenti. Si può parlare di giustizia solo quando ci sono dei comandi o, comunque, delle leggi. Osservare una legge significa essere giusti; è fuorilegge chiunque non osservi una legge.
Giovanni chiama Gesù “il giusto” (2, 1) proprio perché ha osservato il comando che racchiude tutta la legge e i profeti: ama Dio e ama il fratello.
La giustizia, dunque, è fondata proprio sull’amare Dio e sull’amare il fratello. Non c’è giustizia nel ricercare “l’illuminazione” spirituale degli gnostici, ma nell’amare il prossimo : vedi 2, 9-11.





principessac
00martedì 22 gennaio 2013 20:33
principessac
00martedì 22 gennaio 2013 20:35


ANTICRISTO

Questo termine significa “contro (o invece di) Cristo”. Ricorre in tutto cinque volte, al singolare e al plurale, sempre in due epistole di Giovanni.
Quando Giovanni scrisse le sue lettere (ca. 98 E.V.) l’argomento non era nuovo per i cristiani. In 1 Giovanni 2:18 si legge: “Fanciullini, è l’ultima ora, e, come avete udito che viene l’anticristo [gr. antìchristos], così ora sono sorti molti anticristi; da cui acquistiamo la conoscenza che è l’ultima ora”. La dichiarazione di Giovanni rivela che ci sono molti singoli anticristi, anche se tutti insieme costituiscono una persona composita definita “l’anticristo”. (2Gv 7) Circa l’uso del sostantivo “ora” riferito a un periodo di tempo, relativamente breve o di durata indeterminata, ci sono altri esempi negli scritti di Giovanni. (Vedi Gv 2:4; 4:21-23; 5:25, 28; 7:30; 8:20; 12:23, 27). Egli quindi non limitava la comparsa, l’esistenza e l’attività di tale anticristo solo a un tempo futuro, ma ne indicava la presenza allora e in seguito. — 1Gv 4:3.
Identificazione. In passato sono stati fatti molti tentativi per identificare “l’anticristo” con individui quali Pompeo, Nerone o Maometto (quest’ultima identificazione, suggerita da papa Innocenzo III nel 1213 E.V.), o con una specifica organizzazione, come il papato, secondo il concetto dell’“anticristo” che hanno i protestanti. Comunque le dichiarazioni ispirate di Giovanni indicano che il termine ha un’ampia applicazione; include infatti tutti quelli che negano che “Gesù è il Cristo” e che Gesù è il Figlio di Dio venuto “nella carne”. — 1Gv 2:22; 4:2, 3; 2Gv 7, PS; cfr. Gv 8:42, 48, 49; 9:22.
Nega che Gesù è il Cristo e il Figlio di Dio chiunque neghi qualsiasi insegnamento scritturale che lo riguarda: la sua origine, il suo posto nella disposizione di Dio, l’adempimento delle profezie delle Scritture Ebraiche in lui quale promesso Messia, il suo ministero, i suoi insegnamenti e le sue profezie, come pure chiunque si opponga a lui o cerchi di sostituirsi a lui nella posizione di Sommo Sacerdote e Re nominato da Dio. Questo è evidente da altri versetti che, pur non usando il termine “anticristo”, esprimono essenzialmente lo stesso concetto. Infatti Gesù disse: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”. (Lu 11:23) Come spiega 2 Giovanni 7, costoro potrebbero agire da ingannatori, e quindi l’“anticristo” includerebbe i “falsi Cristi” e i “falsi profeti”, e anche quelli che pur compiendo opere potenti in nome di Gesù sono da lui definiti “operatori d’illegalità”. — Mt 24:24; 7:15, 22, 23.
Secondo la regola enunciata da Gesù che quanto viene fatto ai suoi veri seguaci viene fatto a lui (Mt 25:40, 45; At 9:5), il termine deve includere quelli che li perseguitano, quindi la simbolica “Babilonia la Grande” e quelli descritti come lo “schiavo malvagio” nella parabola di Gesù. — Lu 21:12; Ri 17:5, 6; Mt 24:48-51.
Giovanni menziona in particolare gli apostati fra coloro che costituiscono l’anticristo, riferendosi a quelli “usciti da noi” avendo abbandonato la congregazione cristiana. (1Gv 2:18, 19) Sono inclusi dunque “l’uomo dell’illegalità” o “il figlio della distruzione” descritto da Paolo, e anche i “falsi maestri” che Pietro denuncia perché formano distruttive sette ‘rinnegando anche il proprietario che li ha comprati’. — 2Ts 2:3-5; 2Pt 2:1; vedi UOMO DELL’ILLEGALITÀ.
Regni, nazioni e organizzazioni fanno pure parte dell’anticristo secondo la descrizione simbolica di Rivelazione 17:8-15; 19:19-21. — Cfr. Sl 2:1, 2.
Da tutti i casi summenzionati è evidente che quanti compongono l’anticristo sono destinati alla distruzione a motivo del loro comportamento ostile.
AlfredoGennari
00mercoledì 23 gennaio 2013 18:43
Re:
principessac, 22/01/2013 20:35:



ANTICRISTO

Questo termine significa “contro (o invece di) Cristo”. Ricorre in tutto cinque volte, al singolare e al plurale, sempre in due epistole di Giovanni.
Quando Giovanni scrisse le sue lettere (ca. 98 E.V.) l’argomento non era nuovo per i cristiani. In 1 Giovanni 2:18 si legge: “Fanciullini, è l’ultima ora, e, come avete udito che viene l’anticristo [gr. antìchristos], così ora sono sorti molti anticristi; da cui acquistiamo la conoscenza che è l’ultima ora”. La dichiarazione di Giovanni rivela che ci sono molti singoli anticristi, anche se tutti insieme costituiscono una persona composita definita “l’anticristo”. (2Gv 7) Circa l’uso del sostantivo “ora” riferito a un periodo di tempo, relativamente breve o di durata indeterminata, ci sono altri esempi negli scritti di Giovanni. (Vedi Gv 2:4; 4:21-23; 5:25, 28; 7:30; 8:20; 12:23, 27). Egli quindi non limitava la comparsa, l’esistenza e l’attività di tale anticristo solo a un tempo futuro, ma ne indicava la presenza allora e in seguito. — 1Gv 4:3.
Identificazione. In passato sono stati fatti molti tentativi per identificare “l’anticristo” con individui quali Pompeo, Nerone o Maometto (quest’ultima identificazione, suggerita da papa Innocenzo III nel 1213 E.V.), o con una specifica organizzazione, come il papato, secondo il concetto dell’“anticristo” che hanno i protestanti. Comunque le dichiarazioni ispirate di Giovanni indicano che il termine ha un’ampia applicazione; include infatti tutti quelli che negano che “Gesù è il Cristo” e che Gesù è il Figlio di Dio venuto “nella carne”. — 1Gv 2:22; 4:2, 3; 2Gv 7, PS; cfr. Gv 8:42, 48, 49; 9:22.
Nega che Gesù è il Cristo e il Figlio di Dio chiunque neghi qualsiasi insegnamento scritturale che lo riguarda: la sua origine, il suo posto nella disposizione di Dio, l’adempimento delle profezie delle Scritture Ebraiche in lui quale promesso Messia, il suo ministero, i suoi insegnamenti e le sue profezie, come pure chiunque si opponga a lui o cerchi di sostituirsi a lui nella posizione di Sommo Sacerdote e Re nominato da Dio. Questo è evidente da altri versetti che, pur non usando il termine “anticristo”, esprimono essenzialmente lo stesso concetto. Infatti Gesù disse: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”. (Lu 11:23) Come spiega 2 Giovanni 7, costoro potrebbero agire da ingannatori, e quindi l’“anticristo” includerebbe i “falsi Cristi” e i “falsi profeti”, e anche quelli che pur compiendo opere potenti in nome di Gesù sono da lui definiti “operatori d’illegalità”. — Mt 24:24; 7:15, 22, 23.
Secondo la regola enunciata da Gesù che quanto viene fatto ai suoi veri seguaci viene fatto a lui (Mt 25:40, 45; At 9:5), il termine deve includere quelli che li perseguitano, quindi la simbolica “Babilonia la Grande” e quelli descritti come lo “schiavo malvagio” nella parabola di Gesù. — Lu 21:12; Ri 17:5, 6; Mt 24:48-51.
Giovanni menziona in particolare gli apostati fra coloro che costituiscono l’anticristo, riferendosi a quelli “usciti da noi” avendo abbandonato la congregazione cristiana. (1Gv 2:18, 19) Sono inclusi dunque “l’uomo dell’illegalità” o “il figlio della distruzione” descritto da Paolo, e anche i “falsi maestri” che Pietro denuncia perché formano distruttive sette ‘rinnegando anche il proprietario che li ha comprati’. — 2Ts 2:3-5; 2Pt 2:1; vedi UOMO DELL’ILLEGALITÀ.
Regni, nazioni e organizzazioni fanno pure parte dell’anticristo secondo la descrizione simbolica di Rivelazione 17:8-15; 19:19-21. — Cfr. Sl 2:1, 2.
Da tutti i casi summenzionati è evidente che quanti compongono l’anticristo sono destinati alla distruzione a motivo del loro comportamento ostile.




ANTICRISTO – E’ una di quelle parole scatenanti di ogni fantasia possibile, ovviamente sul catastrofismo più sfrenato.
L’anticristo era (ed è) visto da molti come una figura che si dovrebbe presentare sulla scena della storia poco prima della fine di tutto e quindi della parusìa di Gesù.
Questo termine appare solo 4 volte in tutta la Bibbia: 3 volte in I Giovanni (2, 18 e 22 / 4, 3) e una volta nella II Giovanni (v. 7). E’ dunque un termine peculiare di Giovanni e, in particolare, delle lettere di Giovanni.

Tuttavia l’anticristo viene identificato con la “bestia che sale dal mare” di Apocalisse 13, 1 (accompagnata dal suo falso profeta cioè la “bestia che sale dalla terra” del v. 11) e con “l’uomo del peccato” di II Tessalonicesi 2, 3.
Ma è legittima questa identificazione?
Direi proprio di no!

“Anticristo”, greco “άντίχριστος”. E’ formato dalla particella άντί e da χριστος.
La particella άντί nel greco del NT ha il senso di “in luogo di”. Quindi ha il senso di “scambio”.
Pertanto, άντίχριστος indicherebbe “qualcuno che sta o si mette al posto di Cristo”.
Evidentemente, allora, bisogna che ci sia un Cristo perché ci possa essere qualcuno che si mette al suo posto e questo si realizza solo con l’avvento di Gesù il quale, nel momento in cui è riconosciuto come Cristo (cioè Messia), determina la possibilità dell’avvento di qualcuno che si ponga al suo posto.
Ed è proprio questo che intende Giovanni: in questo termine che lui usa non c’è niente di escatologico, niente che possa far pensare a un ipotetico momento della fine dei tempi in cui “qualcuno” si mette contro Dio scatenando l’ultima immane guerra.
Niente a che vedere con la bestia o, meglio, le bestie di Apocalisse 13. Infatti queste non provengono dall’interno della chiesa, come dice Giovanni dell’anticristo, ma rappresentano organizzazioni e uomini esterni alla chiesa e di cui si serve Satana per combattere la chiesa stessa.
Così pure “l’uomo del peccato, il figlio della perdizione” di II Tessalonicesi 2, 3 non proviene dalla chiesa, non “è uscito di mezzo a noi” come dice Giovanni dell’anticristo, ma viene dall’esterno di essa.
Le bestie di Apocalisse 13, così come “l’uomo del peccato” di II Tessalonicesi 2, 3, non hanno niente da spartire con l’anticristo di I e II Giovanni e meritano una trattazione a parte.

Apocalisse è un libro che si avvale grandissimamente (come ogni libro del genere apocalittico) di simboli, tramite i quali Giovanni vuole dire certe cose in forma figurata.
Paolo, invece, col suo “uomo del peccato” non è poi tanto chiaro.


Quello che ci dice Giovanni in questo versetto 2, 18 è invece molto chiaro e per niente detto in termini simbolici.
In pratica l’apostolo dice: “cari fratelli, voi avete già sentito dire che ci sarebbe stato un anticristo e che proprio questo anticristo sarebbe stato il segno che siamo negli ultimi tempi ...
... ma da chi avrebbero sentito questo? ma dallo stesso Gesù!! secondo quanto i dodici stavano predicando e che i vangeli di Matteo (24, 23) e di Marco (13, 21) avevano scritto o, comunque, stavano scrivendo (tuttavia il vangelo di Marco sicuramente già circolava in forma scritta) ...
... e infatti sono già sorti molti anticristi, per cui possiamo tranquillamente dire di essere già negli ultimi tempi o nell’ultima ora.
E, occhio!, non vengono dall’esterno ma sono sorti tra di noi, quindi li abbiamo avuti (e li abbiamo!) proprio in casa


19 Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri, perché se fossero stati dei nostri sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
Giovanni continua il discorso: “Purtroppo ci sono anche dei falsi fratelli che si rivelano per quello che sono nel momento in cui manifestano certe loro idee.”
Dirà poi (v. 22) che si mostrano per quello che sono quando devono esprimere il loro pensiero su Gesù.
E’ un po’ il concetto espresso da Paolo in I Corinzi 12, 3: solo se hai lo Spirito Santo riuscirai a dire che Gesù è il tuo Signore.
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