Storia di una traduzione 2

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AlfredoGennari
00venerdì 31 agosto 2012 14:04
... o, meglio, della traduzione di una parola
Quando Giovanni sceglie di usare il termine “paraklètos” non lo fa a caso ma usa un termine già presente nell’uso linguistico del suo ambiente.
Alla fine del precedente post ho detto che la traduzione esatta di “paraklètos” è “intercessore”; e non l’ho detto a caso ma semplicemente perché l’idea di “intercessore” è presente in tutto il VT e anche nell’uso dei rabbini dopo che l’ispirazione profetica era terminata col libro di Malachia. Per cui Giovanni sceglie un termine ben noto ai destinatari dei suoi scritti e che sicuramente poteva essere stato usato da Gesù.

Paraklètos = 1) termine legale entrato nell’uso giudaico e significa avvocato assistente mediatore;
= 2) persona chiamata in aiuto che, quindi, diventa “soccorritore”, “patrocinatore in tribunale

Il VT ci mostra diversi esempi di intercessori, sia umani (Abramo in Genesi 18, 23-33; Mosè in Esodo 32, 11 e seguenti; Samuele in I Samuele 12, 19; Geremia in Geremia 14, 7 e Amos in Amos 7, 2), sia spirituali (l’angelo mediatore o interprete di Giobbe 33, 23 e 16, 19-22; Zaccaria 1, 12).

L’idea di intercessori diventa molto presente, poi, negli scritti dei rabbini; i quali ritenevano che anche le buone opere e i sacrifici fossero intercessori per l’uomo presso Dio. Infine, essi arrivarono a personificare la Torah (la legge di Mosè) la quale, spiritualmente, intercedeva presso Dio a favore degli uomini; ma non solo, essa anche insegnava a compiere le buone opere e i sacrifici.
Addirittura, negli apocrifi del VT e negli pseudoepigrafi (cioè scritti sotto il nome di altri) si arriva a parlare di “Spirito di verità” come intercessore.

Ma sicuramente la cosa più interessante è che per designare questi intercessori si usassero, soprattutto da parte dei rabbini, due sinonimi:
1)senegor (ebraico), sinegoros (greco) che significa avvocato, difensore;
e 2)peraqlit (ebraico) che significa intercessore e che altro non è che la traslitterazione in ebraico del greco paraklètos.
E allora possiamo tranquillamente dire che nella traduzione del nostro termine siamo aiutati dall’uso ebraico, che aveva già traslitterato il greco “paraklètos” in ebraico come “peraqlit”. In effetti, è molto probabile che questa forma fosse usata da Gesù stesso.
Quindi, paraklètos (παρακλέτος) = intercessore.















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