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Il motivo principale che mi ha spinto a fare queste traduzioni, è nato quando ho visto che alcuni traduttori, in alcuni punti della Scrittura, traducono in conformità alla dottrina che devono difendere, e non onestamente secondo ciò che il Signore ha ispirato ai suoi servi e fatto scrivere in ebraico/aramaico riguardo l’antico testamento e in greco riguardo il nuovo testamento.

Ma quando ho iniziato questo lavoro (meraviglioso), mi sono anche reso conto che alle volte viene anche smussato il significato della parola che si trova nei testi, e qui ho compreso che avrei imparato molto di più e sarei andato anche molto più a fondo nel capire le profondità della Meravigliosa Parola del nostro Grande DIO facendo queste traduzioni.

Ora riguardo a 1° Corinzi 13, la parola chiave che è stata un poco stravolta, la si trova al versetto 10, dove invece di “ciò che è perfetto” (oppure si può anche tradurre: “ciò che è completo”) viene tradotto: “la perfezione”. Sembra cosa da nulla, ma in realtà da questa parola hanno cambiato il significato vero della Scrittura, infatti dicendo in quel modo, interpretano “la perfezione” (“teleiotes” in greco) come il ritorno di Gesù; ma in realtà, la Scrittura dice: “ciò che è perfetto” riferendosi ad “una cosa che è perfetta” o “completanon ad “una persona”, poiché il termine usato è to teleion, un termine neutro, identificato dal suo articolo neutro: to, se la Scrittura avesse voluto dire questo di Gesù, avrebbe dovuto usare: “o teleios” (nominativo maschile di persona), in questo caso sicuramente si sarebbe parlato di Gesù. Dunque quella “cosa perfetta” che la Scrittura ci sta indicando che verrà, non è altro che la Parola di DIO interamente messa per iscritto. Infatti per i primi venti anni la Parola di DIO era divulgata solamente con la predicazione dei primi cristiani e confermata dai segni prodigiosi di DIO. Poco alla volta il Signore spinse i suoi servitori a mettere per iscritto il suo Messaggio di Salvezza, e quando il lavoro fu terminato, cessarono pure quei doni che servivano solamente a confermare la parola annunziata oralmente.




Angelo Santo Lombardi