Ricominciamo.
Nella Bibbia spesso alcuni passi li troviamo in altri libri, ad esempio nel caso del decalogo, lo troviamo sia in Esodo che in Levitico, e come spesso accade, nel ritrovare il passo, lo ritroviamo con delle precisazioni che nel primo non venivano menzionate o non si riconoscevano come tali.
Fatta questa piccola premessa, quindi, al popolo di Israele Dio vietò di farsi immagini per uso cultuale (Es 20,4s farsi immagini per prostrarsi dinanzi a loro). «Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue, e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti a essa; poiché io sono l’Eterno, il Dio vostro» (Lv 26,1). Dio considerava ciò una corruzione e un male agli occhi suoi (Dt 4,25), una personale provocazione e offesa (1 Re 14,9; Gr 8,19).
Tutto questo probabilmente, perchè il popolo di Israele era stato appena liberato dalla schiavitù egizia e nella quale cultura vi era appunto l’adorazione di idoli vari ecc.
A uesto punto saltando alcuni punti come Il santuario d’Israele che era una copia di ciò che a Mosè fu mostrato dell’originale, che risiede nei cieli (At 7,44; Eb 8,5), passiamo ad analizzare l’interpretazione o meglio il significato o ancora la funzione che hanno i Cherubini (l’immagine scolpita) posti sull’Arca del Patto (o dell’Aleanza)
I Cherubini effettivamente sono come le guardie del corpo dell’Onnipotente (Ez 1) e compaiono come protettori della sua proprietà personale (Gn 3,24) e difensori del suo diritto e della sua regalità; per questo erano sull’arca del patto e sulla cortina che separava il luogo santo da quello santissimo (Es 25,18-22; 26,1.31; 36,8.35; 37,7ss). Per questo, l’espressione ricorrente era questa: «l’arca della testimonianza fra i due cherubini» quale luogo fisico, dall’alto del quale Dio parlava a Mosè (Es 25,22; Nu 7,89; 1 Sm 4,4).
Quando fu costruito il santuario nel quale vene posta l’Arca dell’Alleanz, a nessuno in Israele veniva in mente di rendere un culto all’immagine dei cherubini. Ciò era dovuto già al comandamento, che lo proibiva. Inoltre c’era un motivo pratico: nessun Israelita poteva accedere al luogo santissimo per rendere un culto a tali cherubini. Solo il sommo sacerdote poteva entrare nel luogo santissimo per fare l’aspersione del sangue espiatorio, e cioè soltanto una volta l’anno e soltanto dopo aver riempito tale luogo con una nuvola di fumo d’incenso (Lv 16,12ss). Egli sapeva che la sua vita era estremamente a rischio, se non faceva tutto come prescritto (v. 13). Quindi, non gli sarebbe venuto in mente di trasgredire il comandamento divino, venerando altri se non solo Dio stesso. «Tu non adorerai altro dio, perché l’Eterno, che si chiama “il Geloso”, è un Dio geloso» (Es 34,14).
Quindi, nessun Israelita aveva accesso al santuario e vedeva i cherubini. Inoltre a nessuno era permesso di farsi immagini di esseri celesti (e I Cherubini sono esseri celesti) per rendere loro una qualche forma di culto. «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il Dio tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità…» (Es 20,4s).
Quindi è sbagliato prendere spunto dai cherubini nel santuario per praticare la prassi dell’attuale venerazione delle immagini ritenute sacre, non ha alcun fondamento biblico ed è una scusa artificiosamente composta. Adorare o venerare le statue è semplicemente idolatria e, in quanto tale, è abominio per il Signore. «Le immagini… [cosiddette sacre] sono un’abominazione per l’Eterno, ch’è il Dio tuo» (Dt 7,25). Chi le fa e chi le venera è sotto maledizione del patto: «Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di getto, cosa abominevole per l’Eterno» (Dt 27,15).
Il nuovo patto non ha portato cambiamenti al riguardo, visto che l’idolatria d’ogni tipo esclude dal regno di Dio e apre le porte alla condanna eterna per chi non si ravvede (1 Cor 6,9; Ap 21,8). Gesù affermò alla fine dell’Apocalisse: «Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e per entrare per le porte nella città! Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna» (Ap 22,14s).
Per quanto riguarda la croce, ribadisco che non viene ne deve essere adorarata da un credente in quanto è solo un simbolo, ma forse anche qui si dovrebbero dare delle piccole spiegazioni.
Partiamo dall'inizio.
La simbologia cristiana risale ai tempi delle persecuzione dei cristiani nell'impero romano (I-IV secolo) e cominciò ad essere messa in atto in quanto a causa della diffidenza di cui erano oggetto da parte delle autorità imperiali, i seguaci di Gesù sentirono l'esigenza di inventare nuovi sistemi di riconoscimento che sancissero la loro appartenenza alla comunità senza destare sospetti tra i pagani.
In particolare, l'ichthýs, ossia il pesce, è uno dei più antichi simboli cristiani giunti fino a noi. Veniva presumibilmente adoperato come segno di riconoscimento: quando un cristiano incontrava uno sconosciuto di cui aveva bisogno di conoscere la lealtà, tracciava nella sabbia uno degli archi che compongono l'ichthýs. Se l'altro completava il segno, i due individui si riconoscevano come seguaci di Cristo e sapevano di potersi fidare l'uno dell'altro.
Le comunità cristiane adottarono questo simbolo probabilmente per rievocare il brano evangelico in cui Gesù si rivolge a Simone dicendogli ;Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini (Lc 5, 10);
Propriamente, infatti, si definisce ichthýs il simbolo di un pesce stilizzato, formato da due curve che partono da uno stesso punto, a sinistra (la "testa"), e che si incrociano quindi sulla destra (la "coda").
La croce cristiana è il simbolo cristiano più diffuso, riconosciuto in tutto il mondo. È una rappresentazione stilizzata dello strumento usato dai romani per la tortura e l'esecuzione capitale tramite crocifissione che è il supplizio che è stato inflitto a Gesù Cristo.
Per i cristiani la croce costituisce:
un ricordo della passione, morte e risurrezione di Gesù;
un monito dell'invito evangelico ad imitare Gesù in tutto e per tutto, accettando pazientemente anche la sofferenza
Dato che per i cristiani crocifissione e risurrezione sono inseparabili, la croce è principalmente un simbolo di speranza e un monito contro le immagini erronee di Dio.
Mentre il pesce viene principalmente usato come segno di riconoscimento da applicare su ogetti vari, la croce viene usata per indicare che il luogo nel quale e posta è un luogo Cristiano.
Ma essa non viene e non deve essere ne adorata ne altro.
È un pò come il marchio di una automobile, se ad esempio vedi una stella su una macchina sai già che si tratta di una mercedes, se vedi 4 cerchi sai che si tratta di un’audi ecc.
Comunque anche quì il discorso è lunghissimo e non voglio scrivere un libro, richiederebbe molto tempo ed il tempo è prezioso. Credo di aver esposto il mio pensiero, e con questa risposta (credo esauriente) non torno sull’argomento. Ognuno è libero/a di pensarla come vuole e se dopo tutto questo ancora si ribatte sull’argomento vuol dire che è inutile continuare e si può restare nelle proprie convinzioni.
Di solito, quando si apre una discussione lo si fà per cercare di chiarire qualche dubbio o perchè non si sa qualcosa, ma se si è convinti di qualcosa non si deve cercare a tutti i costi l’approvazione altrui, quasi per sentirsi a posto con la propria coscienza… ma se si fa una cosa del genere vuol dire che qualche dubbio c’è, allora dopo una lunga risposta come questa, credo che un punto ci stia bene.
Un saluto ed un abbraccio fraterno (è quello che facciamo di solito quando ci incontriamo)
Pace