00 23/10/2013 08:40
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
fabio-1967, 22/10/2013 18:42:



e Gesù, a mio avviso, stà dicendo che è meglio neanche desiderare la donna perchè altrimenti sarebbe peggio perchè magari si scadrebbe nel tradimento...Ecco io questo capisco dalle parole di Matteo, mi sbaglio?





Beh, forse stiamo andando troppo fuori rispetto a quello che ci dice il passo di Matteo 5, 28. Infatti non bisogna mai staccare un qualsiasi brano dal suo contesto.
Il contesto in cui è inserito il nostro brano è quello dell’atteggiamento di Gesù nei confronti della legge di Mosè e non è certamente quello di una discussione sull’etica sessuale.
Gesù infatti sta parlando dei 10 comandamenti e sta dando un insegnamento piuttosto radicale; praticamente dice che non è necessario arrivare ad uccidere per essere colpevoli di aver trasgredito il comandamento ma è sufficiente offendere il fratello per essere giudicati colpevoli di tale trasgressione.
Nello stesso modo, dice che non è indispensabile andare a letto con la moglie del prossimo ma basta desiderare di farlo (vedi decimo comandamento) per essere colpevoli di trasgressione verso il comandamento “non commettere adulterio”.

In questo contesto, vediamo cosa dice Gesù – Gesù sta parlando dell’adulterio, cioè il prendersi la moglie di un altro.
Dice “chiunque desidera …”: non specifica se l’uomo che desidera è o non è sposato, perché risulta evidente che è la "femmina" in questione ad essere sposata; infatti, il vocabolo “gunè” già di per sé implica che l’oggetto del desiderio sia una moglie. E penso che sarebbe corretto tradurre il brano così: “chiunque desideri una moglie ha già commesso adulterio”.
Poiché il “chiunque” può essere sia un uomo sposato sia un non sposato (a Gesù non interessa questo), il parlare di adulterio è giustificato dal fatto che “la femmina” in questione è una moglie, altrimenti non avrebbe senso far partire tutto il discorso dal “non commettere adulterio”.
Se Gesù avesse avuto in mente di dare lezioni di morale sessuale avrebbe certamente impostato diversamente il suo discorso.

Però è successo, molto tempo dopo, quando sia Gesù che gli apostoli non c’erano più, che i preti di turno hanno “estirpato” il versettino dal suo contesto e l’hanno “piantumato” in un terreno completamente diverso e cioè nell’ambito dell’etica sessuale.
E questo è fuorviante, perché stravolgi completamente le intenzioni di Gesù e di Matteo che ha riportato quel discorso.
Da un’argomentazione sull’atteggiamento nei confronti della legge di Mosè (intenzione di Gesù e di Matteo), il versetto diventa argomentazione sull’etica sessuale.
Della più retriva e aberrante, poi! perché qualcuno (un tal Origene, detto padre della chiesa – mi vergognerei come un ladro ad avere un tal padre) per non rischiare di essere preso dal desiderio per una donna è arrivato ad autoevirarsi! Questa è la gente che insegna o ha insegnato certe cose.

Se vogliamo parlare di comportamento sessuale, dei giovani come dei meno giovani, facciamolo apertamente senza cercare pezze d’appoggio bibliche (che non esistono! per cui bisogna inventarsele!) ma ragionando su cose come l’ambiente sociale in cui viviamo, le consuetudini più diffuse, il punto di vista sanitario, il tipo di educazione da dare e da darsi, etc. etc
Ma, soprattutto, facciamolo avendo ben chiaro in mente che Dio ha dato i suoi comandamenti solo ed esclusivamente per far sì che gli individui non si facessero del male a vicenda: se io ti prendo la moglie o ti rubo la macchina, o attesto il falso contro di te, ti faccio del male; se faccio sesso con una donna libera non ti faccio del male.
Spero di essermi spiegato.