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Studiamo la Bibbia on line

I loghia (= i detti)

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    AlfredoGennari
    Post: 630
    Città: PIAN DI SCO
    Età: 76
    Sesso: Maschile
    00 05/12/2013 09:03
    Dunque, ad un certo punto, si inizia a scrivere.
    Lo fa Paolo con le sue epistole, lo promette Pietro ai credenti che vivono nel mondo pagano (II Pietro 1, 13-15), lo fa Luca realizzando un’opera organica nella quale racconta sia Gesù (Luca 1, 1-4) sia la chiesa (Atti 1, 1-3).

    Raccolta dei detti di Gesù (loghia)
    Non è affatto da escludere, però, che già l’ascolto della predicazione degli apostoli, fin dall’inizio, avesse stimolato in qualche uditore la voglia di scriversi quello che aveva udito, utilizzando generalmente il papiro, che era un materiale abbastanza comune, di facile utilizzo, assomigliava un po’ alla nostra carta (si otteneva da una canna particolare che cresceva soprattutto nel delta del Nilo) ed era molto più maneggevole della pergamena, che si otteneva dalla pelle di animali (agnelli o pecore).
    Il greco era una lingua ben conosciuta in Palestina ma sicuramente l’aramaico era la lingua più usata (la chiesa nasce e si sviluppa inizialmente in Palestina) , per cui questi eventuali frammenti (o molti di essi) potrebbero essere stati scritti in aramaico
    Quindi, nel momento in cui si arriva a pensare di mettere per iscritto il contenuto della predicazione apostolica, molto probabilmente circolavano già dei frammenti scritti, in greco o in aramaico, riportanti detti di Gesù o avvenimenti che lo riguardavano.

    Un appunto: il fatto che non siano stati ritrovati (almeno a quanto ne so io) frammenti di papiro in aramaico, lascia pensare che l’uso di scrivere e copiare i detti di Gesù sia invalso soprattutto dal momento in cui la chiesa ha cominciato a spandersi al di fuori della Palestina. E’ infatti nel mondo dei Gentili che viene a mancare totalmente la base indispensabile per la memoria e cioè la cultura biblica di cui gli Ebrei erano impregnati e che permetteva loro di ricordare facilmente la predicazione degli apostoli.

    Si incomincia quindi a dare un ordine a tutto il materiale della predicazione apostolica.
    Si conosce un frammento del vangelo di Marco risalente al 55 d.C.
    Luca (1, 3) si premura di precisare di essersi “accuratamente informato” sui fatti: e da chi avrebbe preso informazioni se non dai testimoni oculari, servitori (cioè ministri) della Parola di cui aveva parlato al v 2?
    Un vescovo del II secolo (Papia di Gerapoli, circa 130 d.C.) ci informa che Matteo “mise in ordine i detti del Signore”: evidentemente, Matteo volle scrivere il suo vangelo scegliendo e ordinando secondo il suo intendimento (Matteo era uno dei testimoni oculari) fra tutto il materiale, orale e scritto, che circolava fra i credenti.

    Pertanto, la base da cui tutti attingono è quella della prima predicazione orale degli apostoli, fatta praticamente degli stessi avvenimenti raccontati con le stesse parole.
    Ogni scrittore, poi, prende da quel nucleo iniziale e fisso, quello che più si adatta alla linea del suo racconto.
    In questo modo, i primi tre vangeli risultano molto simili (perché aventi come fonte comune il nucleo della iniziale predicazione apostolica) ma anche hanno delle differenze (perché ogni scrittore prende da quello stesso nucleo le cose che ritiene più adatte alla linea che ha scelto di dare al suo scritto).

    Questione sinottica
    Chi volesse informazioni sulle varie teorie che cercano (senza riuscirci) di spiegare le somiglianze e le differenze esistenti fra i tre vangeli sinottici (il cosiddetto “problema sinottico”), può consultare varie opere di introduzione al Nuovo Testamento.
    In breve, si cerca di risolvere il problema sinottico postulando:
    1) un primo vangelo al quale gli altri due avrebbero attinto. Questo primitivo vangelo sarebbe stato quello di Marco per alcuni, per altri, invece,quello di Matteo scritto però in aramaico, poi tradotto in greco (va da sé che non esiste traccia di questo Matteo aramaico, ma solo una frase molto oscura del Papia di Gerapoli, di cui ho detto più sopra, che sembrerebbe accennarvi);
    2) una fonte unica (chiamata Q, dal tedesco “Quelle” che significa “fonte”), scritta non si sa da chi, alla quale tutti e tre, Matteo Marco Luca, avrebbero attinto;
    3) altri studiosi pongono accanto a Q il vangelo di Marco, mentre Matteo e Luca avrebbero attinto da entrambi;
    4) una fonte in aramaico contenente solo detti di Gesù e che farebbe da “supplemento”(e perciò chiamata S) al Matteo aramaico. Entrambe le fonti, S e Matteo aramaico, sarebbero state poi tradotte in greco e da qui sarebbero venuti i sinottici attuali, compreso Matteo che non può, a detta degli studiosi, essere una semplice traduzione dall’aramaico.

    Ma queste teorie non riescono affatto a spiegare né le somiglianze né le differenze esistenti fra i sinottici, ma solo riescono a complicare quello che è semplice
    In un caso come questo è molto più conveniente affermare, come ho scritto più sopra e come tutti avevano tranquillamente pensato fino al XVIII secolo, l’esistenza della predicazione orale degli apostoli (e questo è chiaramente dimostrato) come nucleo originario fisso, da cui provengono poi tutti gli scritti del Nuovo Testamento, i quali risultano essere così la “materializzazione” della memoria di quanto ascoltato.
    E, come conseguenza della predicazione orale, quegli eventuali frammenti che vari credenti si possono essere scritti per conto proprio dopo aver ascoltato la predicazione degli apostoli e che, probabilmente, circolavano nelle chiese e che sicuramente sono stati vagliati al momento di redigere i vangeli.


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    Orchidea
    Post: 520
    Sesso: Femminile
    00 05/12/2013 14:22
    Il termine loghion (dal greco, pl. loghia) è usato fra gli studiosi della Bibbia per indicare una parola o sentenza detta da Gesù e riportata come discorso diretto dai redattori dei vangeli o, unico nel suo genere, il loghion di Atti 20:35: "In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!».".
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    AlfredoGennari
    Post: 630
    Città: PIAN DI SCO
    Età: 76
    Sesso: Maschile
    00 05/12/2013 16:56
    Re:
    io.donna, 05/12/2013 14:22:



    Il termine loghion (dal greco, pl. loghia) è usato fra gli studiosi della Bibbia per indicare una parola o sentenza detta da Gesù e riportata come discorso diretto dai redattori dei vangeli o, unico nel suo genere, il loghion di Atti 20:35: "In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!».".






    Ok. Grazie per la precisazione.
    Quello che citi è infatti l'unico loghion di Gesù riportato in un libro del NT diverso dai vangeli.


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    Orchidea
    Post: 520
    Sesso: Femminile
    00 05/12/2013 17:06
    Re: Re:
    AlfredoGennari, 05/12/2013 16:56:





    Ok. Grazie per la precisazione.
    Quello che citi è infatti l'unico loghion di Gesù riportato in un libro del NT diverso dai vangeli.






    a volte wikipedia e' accurata [SM=g27985]