E pensa un po' questa storia qui ha raccontato un anziano dei tdG durante una commemorazione annuale della cena del Signore.
Molti lì a piangere e commossi, io invece ero dispiaciuto per quel paragone assurdo della scelta altruistica di quell'uomo.
Lui, quell'uomo aveva soltanto due opzioni.
Non era certo Dio onnipotente.
Salvare una vita quella di suo figlio o quelli di molti altri, se ne avesse fatto un'altra scelta cioè quello di salvare suo figlio con la probabilità di perdere molti altri avrebbe fatta una scelta sbagliata?
Eticamente è giustificabile di sacrificare una vita per 100 altri?
Quella vita forse vale di meno?
Non possiamo paragonare questa situazione con il sacrificio di Gesù.
E lo sapete benissimo.
[Modificato da fabio-1967 26/10/2012 19:49]
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)