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I Giovanni 2, 1-2

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2012 13:16
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OFFLINE
Post: 630
Città: PIAN DI SCO
Età: 76
Sesso: Maschile
16/07/2012 22:16

1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perchè non pecchiate, e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo il giusto

Chi cammina nella luce (Dio) non cade perché ci vede bene ed è in grado di evitare gli ostacoli.
Però Giovanni sa benissimo che questo non è possibile agli uomini: solo Gesù, fra gli uomini, camminava pienamente nella luce e quindi non cadeva.
Per tutti gli altri, però, quindi per tutti noi che cadiamo, esiste un rimedio, una via di scampo per poter restare con Dio.
Questa via di scampo è Gesù.
Giovanni lo appella in due modi: “avvocato” e “giusto”.
Avvocato – Il greco è “parakletos”, esattamente come in Giovanni 14, 16 e 16, 7; solo che in questi due passi viene tradotto con “consolatore”.
Interessante è notare che in Giovanni 14, 16 Gesù dice: “… il Padre vi darà un altro consolatore …”.
Evidentemente, allora, un parakletos è proprio Gesù, che in quel momento è insieme ai discepoli e già svolge la sua funzione di consolatore e avvocato.

Ma la traduzione “consolatore” non è appropriata. Questa traduzione fu data da Lutero nel XVI secolo ma non rende affatto il senso del termine greco.
Il senso di “parakletos” nella lingua greca è quello intercessore, soccorritore, avvocato.

Nel caso di Gesù in questo passo, il significato di “parakletos” è senz’altro quello di “avvocato”, avvocato difensore che giustifica davanti a Dio i credenti che hanno peccato; o anche di “intercessore”, se vogliamo (vedi Romani 8, 34 / Ebrei 4, 16).

Nel caso dello Spirito Santo, vedi Giovanni 14, 16 / 15, 26 / 16, 7-11, il senso è quello di “soccorritore” nel sostenere i contrasti con il mondo, nel senso indicato da Matteo 10, 19-20, che è quello di fornire al momento opportuno i mezzi necessari alla propria difesa.


Pecchiamo – Non pecchiamo
Giovanni ci offre, in questa sua lettera, due aspetti contrastanti dell’idea di peccato.
Da un lato (1, 8) afferma che siamo peccatori e che, se sosteniamo il contrario, siamo dei bugiardi.
Dall’altro lato ci dice (3, 6) che il credente non pecca.
Di più.
Nel versetto sopra citato sembra dire che le cose che aveva appena detto (che Dio è luce, che in Lui non c’è ombra alcuna, etc.) ci permettono di non peccare.
Ma aggiunge che qualcuno pecca e quindi ha bisogno dell’intercessione del “parakletos” Gesù.

Come stanno le cose? Il credente pecca o non pecca? Il fatto che Dio sia luce ci mette in condizione di non peccare? oppure pecchiamo comunque?

La spiegazione è molto semplice.
Chiunque dimora in lui non pecca (I Giovanni 3, 6), ed è ovvio che essendo noi in lui, Gesù, che è libero da ogni peccato, anche noi ne siamo liberi. Ma non perché noi siamo capaci di non peccare, bensì perché affidandoci a lui con la nostra fede otteniamo di essere continuamente ripuliti da ogni nostra colpa.
Se noi dimoriamo in lui, grazie alla nostra fede, diveniamo giusti come anch’egli è giusto.

Con argomentazione diversa, anche Paolo dice la stessa cosa (Romani 3, 24-25), e cioè che Gesù ci “rende giusti” o ci “giustifica”.

Gesù, dunque, ci viene da Giovanni presentato come avvocato (v. 1 sopra citato) che intercede per noi presso il Padre, e come giusto (v. 1 sopra citato), cioè senza peccato e quindi con tutte le carte in regola per svolgere al meglio la sua opera di avvocato e intercessore.
Inoltre, al v. 2, Giovanni ce lo presenta come “sacrificio propiziatorio”, esattamente come fa Paolo in Romani 3, 25.
A dimostrazione che lo Spirito è uno e non si contraddice.


OFFLINE
Post: 191
Città: AGRIGENTO
Età: 75
Sesso: Maschile
20/07/2012 16:50

1° Giovanni 2:1,2-
Carissimo Alfredo, ciao, la tua spiegazione, è almeno per me valida, perchè anchio da tanto capisco così, per me peccatore, GESU è,e sarà sempre il mio avvocato e intercessore, LUI è il sacrificio propiziatorio, ci purifica col SUO SANQUE, LODE AL PADRE E AL FIGLIO AMEN.Ancora, io in GESU sono candido, LUI mi purifica di continuo,perché
io nel mondo,anche se non voglio, eppure mi sporco di continuo, e BENEDETTO SIA GESU, perché LUI mi lava e candeggia, per presentarmi
lindo e profumato alla mensa del PADRE SUO E mio. Ciao alfredo, DIO ti Benedica, e grazie. Dino.
OFFLINE
Post: 40
Sesso: Femminile
21/07/2012 13:16

Re: Gesu` il nostro salvatore !
AlfredoGennari, 7/16/2012 10:16 PM:

1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perchè non pecchiate, e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo il giusto

Chi cammina nella luce (Dio) non cade perché ci vede bene ed è in grado di evitare gli ostacoli.
Però Giovanni sa benissimo che questo non è possibile agli uomini: solo Gesù, fra gli uomini, camminava pienamente nella luce e quindi non cadeva.
Per tutti gli altri, però, quindi per tutti noi che cadiamo, esiste un rimedio, una via di scampo per poter restare con Dio.
Questa via di scampo è Gesù.
Giovanni lo appella in due modi: “avvocato” e “giusto”.
Avvocato – Il greco è “parakletos”, esattamente come in Giovanni 14, 16 e 16, 7; solo che in questi due passi viene tradotto con “consolatore”.
Interessante è notare che in Giovanni 14, 16 Gesù dice: “… il Padre vi darà un altro consolatore …”.
Evidentemente, allora, un parakletos è proprio Gesù, che in quel momento è insieme ai discepoli e già svolge la sua funzione di consolatore e avvocato.

Ma la traduzione “consolatore” non è appropriata. Questa traduzione fu data da Lutero nel XVI secolo ma non rende affatto il senso del termine greco.
Il senso di “parakletos” nella lingua greca è quello intercessore, soccorritore, avvocato.

Nel caso di Gesù in questo passo, il significato di “parakletos” è senz’altro quello di “avvocato”, avvocato difensore che giustifica davanti a Dio i credenti che hanno peccato; o anche di “intercessore”, se vogliamo (vedi Romani 8, 34 / Ebrei 4, 16).

Nel caso dello Spirito Santo, vedi Giovanni 14, 16 / 15, 26 / 16, 7-11, il senso è quello di “soccorritore” nel sostenere i contrasti con il mondo, nel senso indicato da Matteo 10, 19-20, che è quello di fornire al momento opportuno i mezzi necessari alla propria difesa.


Pecchiamo – Non pecchiamo
Giovanni ci offre, in questa sua lettera, due aspetti contrastanti dell’idea di peccato.
Da un lato (1, 8) afferma che siamo peccatori e che, se sosteniamo il contrario, siamo dei bugiardi.
Dall’altro lato ci dice (3, 6) che il credente non pecca.
Di più.
Nel versetto sopra citato sembra dire che le cose che aveva appena detto (che Dio è luce, che in Lui non c’è ombra alcuna, etc.) ci permettono di non peccare.
Ma aggiunge che qualcuno pecca e quindi ha bisogno dell’intercessione del “parakletos” Gesù.

Come stanno le cose? Il credente pecca o non pecca? Il fatto che Dio sia luce ci mette in condizione di non peccare? oppure pecchiamo comunque?

La spiegazione è molto semplice.
Chiunque dimora in lui non pecca (I Giovanni 3, 6), ed è ovvio che essendo noi in lui, Gesù, che è libero da ogni peccato, anche noi ne siamo liberi. Ma non perché noi siamo capaci di non peccare, bensì perché affidandoci a lui con la nostra fede otteniamo di essere continuamente ripuliti da ogni nostra colpa.
Se noi dimoriamo in lui, grazie alla nostra fede, diveniamo giusti come anch’egli è giusto.

Con argomentazione diversa, anche Paolo dice la stessa cosa (Romani 3, 24-25), e cioè che Gesù ci “rende giusti” o ci “giustifica”.

Gesù, dunque, ci viene da Giovanni presentato come avvocato (v. 1 sopra citato) che intercede per noi presso il Padre, e come giusto (v. 1 sopra citato), cioè senza peccato e quindi con tutte le carte in regola per svolgere al meglio la sua opera di avvocato e intercessore.
Inoltre, al v. 2, Giovanni ce lo presenta come “sacrificio propiziatorio”, esattamente come fa Paolo in Romani 3, 25.
A dimostrazione che lo Spirito è uno e non si contraddice.







" Figlioli miei, vi scrivo queste cose perchè non pecchiate, e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo il giusto "

E chi non pecca? " Gesù, dunque, ci viene da Giovanni presentato come avvocato (v. 1 sopra citato) che intercede per noi presso il Padre, e come giusto (v. 1 sopra citato), cioè senza peccato e quindi con tutte le carte in regola per svolgere al meglio la sua opera di avvocato e intercessore.
Inoltre, al v. 2, Giovanni ce lo presenta come “sacrificio propiziatorio”, esattamente come fa Paolo in Romani 3, 25.
A dimostrazione che lo Spirito è uno e non si contraddice.

Non per niente ci e` stato dato un`avvocato che intercede per noi presso il Padre. Se Gesu` non avesse dato la sua vita per noi per i nostri falli,se non avessimo avuto quel sacrificio supremo per noi ci sarebbe solamente la morte eterna,ma il sacrificio propiziatorio di Cristo ci ha liberati.
Sebbene nell`inperfezione,sebbene succubi del peccato adamico,Dio non ci ha abbandonati,conosce le nostre debolezze,e per questa ragione ci ha istruito con la Sua Parola,e assicurata la vita eterna seguendo le sue istruzioni e il supremo sacrificio di Gesu` che ha lavato con il suo sangue le nostre colpe.Avvocato e mediatore Gesu` il nostro salvatore.




" I sorrisi sono poca cosa,a dire il vero,ma sparsi lungo il sentiero della vita,il bene che fanno e` inestimabileGender: Male
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