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Seguiamo Gesù nei suoi spostamenti da Betlemme a Gerusalemma

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2014 15:09
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Città: PIAN DI SCO
Età: 76
Sesso: Maschile
08/01/2014 11:11

Chi è Gesù? Dove ha vissuto? Quando ha vissuto?
Ma soprattutto: come lo possiamo conoscere?


Sì, perché nonostante i tanti discorsi che si sentono fare su di lui e cioè che non è quello che predicano i preti, che è solo quello che il nostro cuore e la nostra fede ci dicono che sia, che la sua immagine è stata stravolta da chi ne aveva un qualche interesse, che il vero Gesù era diverso, che esistevano scritti che lo rappresentavano quale era veramente ...
... nonostante tutti questi bei discorsi noi sappiamo oggi chi era Gesù solo ed esclusivamente dai quattro vangeli, soprattutto, e dal resto del Nuovo Testamento.

Se noi eliminassimo in qualche modo il NT, ci ritroveremmo a non avere nessuna base storica per conoscere Gesù. Saremmo letteralmente impossibilitati a formarci una qualsiasi fisionomia morale e spirituale di lui. Ci rimarrebbero alcuni scritti dal mondo greco-romano o ebraico o, addirittura, musulmano, che non ci servirebbero a niente per capire qualcosa di questo personaggio e che sarebbero nella maniera più assoluta insufficienti a spiegare anche minimamente l’importanza di Gesù oggi e nei secoli passati.

Dunque, la sola fonte valida per poter delineare una vita di Gesù, con quello che ha detto e che ha fatto, è il NT. In particolare: i quattro vangeli ci mostrano la sua persona; gli altri libri del NT ci mostrano la sua importanza per la fede di ogni credente. Il Vecchio Testamento ci mostra, invece, tutte le profezie di cui Gesù è la realizzazione.
Tutto il resto è pura fantasia.

E allora dalla fonte unica e insostituibile dei quattro vangeli, traccerò una vita di Gesù seguendo l’ordine dei suoi spostamenti, inserendo nei vari momenti del suo percorso, parole e fatti che mostrano che specie di persona era Gesù.
E questo lo farò citando unicamente la sola fonte storica utile e cioè il Nuovo Testamento.

Gesù è sicuramente il personaggio più grande e più importante di tutta la storia umana. E’ apparso sulla terra, precisamente in Palestina, circa 2000 anni fa.
E’ nato sotto il regno dell’imperatore Augusto ed è morto, poco più di trent’anni dopo, sotto il regno di Tiberio, figlio e successore di Augusto.

Gesù è talmente importante che la sua nascita ha spaccato in due il computo degli anni succedutisi nella storia dell’umanità: si dice, infatti, 2012 dopo Cristo e 756 avanti Cristo. Quest’ultima data è l’anno di fondazione di Roma e i Romani lo prendevano come spartiacque nella storia. Un’ esempio: l’anno 44 a.C. è stato l’anno dell’uccisione di Giulio Cesare, ma per i Romani di quel tempo era il 712 ab urbe condita (dalla fondazione della città – Roma era l’urbe per eccellenza, ma ancora oggi viene spesso chiamata “urbe”). Ma i Romani non ci sono più e quelli di oggi computano gli anni in a.C. e d.C.
Né le cose cambiano se si va in qualche altro continente e paese: tutti i computer di questo mondo hanno come data predefinita l’anno 2012, in Italia come in Giappone, negli Stati Uniti come in Cina, nel Messico come in Sudan.

Eppure, nonostante quest’immensa importanza di Gesù – e non parlo dell’importanza che ha per il credente – è molto stridente il fatto che pochissimi siano i documenti che parlano di lui. Al punto che molti, a partire dal ‘700, secolo dell’Illuminismo, hanno messo in dubbio la sua stessa esistenza storica insinuando che si trattasse semplicemente di un’invenzione.
Di questa presunta invenzione, molto divertentemente parla Umberto Eco, che ne “Il pendolo di Foucault” (p. 161 Bompiani, ottobre 1988) scrive:

“Adesso che mi ci fai pensare… Vediamo, Matteo, Luca, Marco e Giovanni sono una banda di buontemponi che si riuniscono da qualche parte e decidono di fare una gara, inventano un personaggio, stabiliscono pochi fatti essenziali e poi via, per il resto ciascuno è libero e poi si vede chi ha fatto meglio. Poi i quattro racconti finiscono in mano agli amici che cominciano a sdottorare, Matteo è abbastanza realista ma insiste troppo con quella faccenda del messia, Marco non è male ma è un po’ disordinato, Luca è elegante, bisogna ammetterlo, Giovanni esagera con la filosofia… ma insomma i libri piacciono, girano di mano in mano, quando i quattro si accorgono di quello che sta succedendo è troppo tardi, Paolo ha già incontrato Gesù sulla via di Damasco, Plinio inizia la sua inchiesta per ordine dell’imperatore preoccupato, una legione di apocrifi fanno finta di saperla lunga anche loro… …Pietro si monta la testa, si prende sul serio, Giovanni minaccia di dire la verità, Pietro e Paolo lo fanno catturare, lo incatenano nell’isola di Patmos e il poveretto comincia ad aver le traveggole, vede le cavallette sulla spalliera del letto, fate tacere quelle trombe, da dove viene tutto questo sangue… E gli altri a dire che beve, che è l’arteriosclerosi… E se fosse andata davvero così?”

Certamente non con l’ironia di Umberto Eco, molti hanno sostenuto, o comunque c’hanno provato, che Gesù non è mai esistito, che si tratta semplicemente di un mito. Un mito solare, dicevano alcuni, e la prova è che la sua nascita viene festeggiata in coincidenza con la rinascita del sole (infatti, il 25 dicembre il sole riprende a sorgere prima, per cui i giorni rincominciano ad allungarsi).
Altri dicevano che il nome Gesù era un nome simbolico dato a un fungo sacro, l’Ammanita Muscaria, potente allucinogeno che stimolava le facoltà percettive. Tale nome sarebbe stato creato dai sacerdoti ebraici per mantenere vivo il culto a tale fungo dopo la distruzione, ad opera dei Romani, di Gerusalemme e del suo tempio nel 70 d.C., senza che del culto e del fungo venissero a conoscenza dei Romani stessi. E’ lo studioso inglese Allegro a sostenere questa tesi, cercando di provarla col fatto che nella lingua sumera il nome “gesù” corrispondeva a “fungo sacro”.
Altri ancora hanno sostenuto che si trattava solo di una proiezione mitica delle aspirazioni umane al bene e alla felicità, quindi una creazione a favore delle masse popolari oppresse (spiegazione sociologica).

Ma questi tentativi sono assolutamente vani in quanto si basano solo su congetture e fantasie ideologiche e non su documenti reali. I quali invece esistono a provare l’esistenza storica di Gesù, e sono documenti provenienti dal mondo romano, come dal mondo ebraico e, addirittura, dal mondo musulmano.

Ma l’unico documento che fa conoscere la persona di Gesù, oltre la sua esistenza storica sulla quale non c’è il minimo dubbio, è solo il Nuovo Testamento, scritto da persone che hanno vissuto con Gesù, della cui persona, quindi, sono state testimoni oculari e auricolari.
Anche su quando e da chi sia stato scritto il Nuovo Testamento, molti hanno sollevato dubbi, sostenendo che fosse stato scritto in tempi posteriori al tempo degli apostoli e quindi da persone che non potevano essere state testimoni oculari. Un esempio per tutti: il vangelo di Giovanni.
Nei primi decenni del ‘900 si diceva che il tipo di linguaggio di tale vangelo era di stampo gnostico e che, poiché il maggiore sviluppo dello gnosticismo all’interno del mondo cristiano si ebbe nella seconda metà del II secolo, anche il vangelo doveva essere stato scritto in quel periodo, intorno al 180 d.C.
Ma il ritrovamento di un papiro (papiro Chester Beatty P45), copia di alcuni versetti del vangelo di Giovanni e risalente a circa il 130 d.C. (e se la copia era del 130 l’originale era di certo anteriore!) riportò bruscamente all’indietro la data di composizione del vangelo di almeno 50 anni. La scoperta, poi, che il cosiddetto linguaggio gnostico era addirittura anteriore a Cristo e presente negli ambienti ebraici in cui aveva vissuto Giovanni, anticipava enormemente la data di composizione del vangelo fino a prima del 70 d.C., data della distruzione del tempio di Gerusalemme. Se poi aggiungiamo la constatazione che nessun libro dell’intero Nuovo Testamento accenna sia pur minimamente al tempio di Gerusalemme distrutto, possiamo star tranquilli che tutto il Nuovo Testamento è stato scritto prima del ’70, presenti gli apostoli testimoni oculari e auricolari: “... quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto coi nostri occhi, ... e che le nostre mani hanno toccato” (I Giovanni 1, 1).








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08/01/2014 15:06

Un personaggio storico
Eppure, fatto strano, c’è chi dice che Gesù non sia mai esistito, che sia in effetti l’invenzione di alcuni uomini del I secolo. Rispondendo a questi scettici, lo storico Will Durant sostenne: “Che pochi uomini semplici possano aver inventato in una sola generazione una personalità così possente e affascinante, un’etica così nobile e così ispirata a umana fratellanza sarebbe un miracolo ancor più clamoroso di quelli ricordati nei Vangeli”. — Storia della Civiltà, Parte III, Cesare e Cristo, trad. di A. Mattioli, Mondadori, 1957, p. 718.
Chiedetevi: Un personaggio che non fosse mai esistito avrebbe potuto influire così profondamente sulla storia dell’umanità? Un’opera di consultazione (The Historians’ History of the World) osserva: “L’effetto storico delle attività [di Gesù] è stato più rilevante, anche da un punto di vista rigorosamente secolare, delle gesta di qualsiasi altro personaggio della storia. La sua nascita segna l’inizio di una nuova era, riconosciuta dalle principali civiltà del mondo”.
Sì, riflettete. Anche moderni calendari si basano sul presunto anno di nascita di Gesù. “L’anno della sua nascita serve come base del computo cronologico più diffuso”, spiega un noto dizionario, “onde la distinzione, nelle date, di a.C. (avanti Cristo) e d.C. (dopo Cristo)”. — G. Devoto e G. Oli, Il dizionario della lingua italiana, Le Monnier, 1990, p. 502.
I critici comunque sostengono che tutto ciò che in realtà sappiamo di Gesù si trova nella Bibbia. Non esistono, dicono, altri scritti contemporanei che parlino di lui. Perfino H. G. Wells scrisse: “Gli antichi storici latini ignorarono completamente Gesù; egli non ha lasciato nessuna impronta nei documenti storici del suo tempo”. Ma è vero?
Per quanto le testimonianze relative a Gesù Cristo fornite da storici secolari dei primi secoli siano scarse, queste testimonianze esistono. Publio Cornelio Tacito, illustre storico latino del I secolo, scrisse: “Il nome [cristiani] derivava da Cristo, il quale, sotto l’imperatore Tiberio, era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato”. (Gli annali, XV, 44, trad. di L. Annibaletto, Garzanti, 1981). Anche Svetonio e Plinio il Giovane, altri scrittori latini dell’epoca, fecero riferimento a Cristo. E Giuseppe Flavio, storico ebreo del I secolo, precisò che Giacomo era “il fratello di Gesù detto Cristo”. — Antichità giudaiche, XX, 200.
In conclusione, la New Encyclopædia Britannica dice: “Queste fonti indipendenti confermano che nei primi tempi neppure gli avversari del cristianesimo dubitarono mai dell’esistenza storica di Gesù, la quale fu messa in discussione per la prima volta e per motivi infondati alla fine del XVIII, durante il XIX e al principio del XX secolo”.
Basilarmente, comunque, tutto quello che sappiamo di Gesù fu messo per iscritto da suoi seguaci del I secolo. Le loro testimonianze sono contenute nei Vangeli, libri biblici scritti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Cosa rivela la narrazione evangelica circa l’identità di Gesù?
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08/01/2014 15:09

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