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Il Meraviglioso discorso di Gesù sul monte

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    MrPio
    Post: 60
    Città: CHIOPRIS VISCONE
    Età: 45
    Sesso: Femminile
    00 16/05/2012 19:39
    E' ormai qualche mese che mi sono iscritta a una scuola biblica. Mi sono iscritta appunto per la mia passione per la Parola di Dio, e perchè mi piace avere "un impegno fisso" con la Parola da portare avanti. Fino ad ora il corso mi è stato molto utile, per adesso sto studiando il Panorama del N. T. e mi sono sentita di condividere in questo forum uno dei compiti che ho svolto per la scuola. Si trattava di elencare tutti i comandamenti (gli imperativi) di Cristo che appaiono in Matteo capitoli 5, 6 e 7 e indicare il senso di questi comandamenti spiegando come si potrebbero applicare oggi.
    Ringrazio Dio per avermi dato l'opportunità di svolgere questa esercitazione, mi ha fatto entrare ancora di più nel discorso di Gesù, cosa che non avevo mai fatto e nonostante non sia per niente facile applicare nella vita tutte le cose che Cristo disse nel discorso sul monte, per me è stato davvero incoraggiante approfondirlo e mi ha anche spronato a far vivere di più Gesù in me con l'aiuto di Dio, nonostante giornalmente faccio diversi "capitomboli" [SM=g27995]

    Essendo diversi i comandamenti di Gesù, il compito è un pochino lunghetto e probabilmente se a qualcuno interesserà, sarà da leggere a puntate! [SM=g27987]

    1) “Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.” (MT 5:12)

    Più volte nella Parola, troviamo l’esortazione ad essere allegri, gioiosi (ad es. Sl 32:11, Fl 4:4, 1Pt 4:13), segno che è un comando molto importante.
    Penso che un figlio di Dio dovrebbe essere riconosciuto anche da questo e non solo quando tutto va bene, ma soprattutto nei momenti peggiori.
    Gesù sapeva benissimo quello a cui sarebbero andati incontro tutti i suoi seguaci, e così con questo comando vuole dare forse la carica, l’incoraggiamento e la forza necessaria per poter sopportare le varie persecuzioni della vita. Gesù credo voglia fare capire in un certo senso che è un onore essere “trattati male” a causa del Suo nome, come avvenne ai profeti nel passato; è come se ci dicesse che siamo “sulla strada giusta”.
    Oggi come allora, nel momento stesso ci capiti qualche cosa di brutto legato al nome di Cristo; come l’essere presi in giro, l’ essere insultati o peggio ancora l’essere perseguitati (come purtroppo tuttora accade in alcune zone del mondo), non dobbiamo far altro che ricordare le parole del Maestro, non potrà che apparire un sorriso e una gioia almeno nel cuore, perché sappiamo che in quel momento siamo beati (v.11). Perché abbiamo l’onore di essere figli di Dio e di partecipare alle sofferenze di Cristo come disse Pietro. E’ nel momento della prova che sentiremo ancora di più la presenza del Signore e potremo rallegrarci per la Salvezza “sperimentando” la nostra fede.


    2) “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (5:16)

    Gesù con queste parole ci dà il comando di agire in qualità di cristiani.
    Ci mette in guardia dal diventare “insipidi” (5:13), il che potrebbe equivalere all’ adagiarci “nella nostra salvezza” vivendo una vita “casa e chiesa” mentre invece abbiamo il compito di “insaporire” e “illuminare” il mondo che ci circonda. Il Maestro è chiaro al versetto 14: è impossibile che una città posta sopra un monte non venga notata, così deve essere per chi segue il Signore, non può non essere notato nel mondo. Nonostante la salvezza sia per Grazia, il Signore fa capire che è importante che operiamo (significativi i v. 19,20), seguendo il Suo esempio, perché vuole che attraverso noi altre persone possano aprire gli occhi e vedere la luce del Signore dando gloria a Dio arrivando alla salvezza.


    3) “ Lascia lì la tua offerta davanti all’ altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta. (5:24)


    All’inizio del discorso al v. 21 Gesù cita il comandamento: “non uccidere” che tutti conoscevano, per arrivare a modificarlo portandolo all’estremo, dicendo chiaramente che il solo ingiuriare qualcuno, e quindi provare astio o odio verso qualche persona, è già un uccidere. Dato che prima dell’uccidere viene l’odiare (come si vede bene dalla storia di Caino e Abele), e l’atto di uccidere è solo una conseguenza dell’odiare, Gesù perfeziona questo comandamento andando alla radice del problema. Vuole bloccare il male sul nascere, purificare i nostri cuori. Il Signore vuole che ci sia la pace tra i fratelli e quindi fa esempi estremi per fare capire l’importanza di ciò che sta dicendo. Oggi è ancora facile avere diverbi, contrasti, sia in famiglia che tra i fratelli, ma Gesù ci sprona a non andare oltre una certa soglia, ci comanda di risolvere il problema sul nascere, da figli di Dio, senza arrivare a misure estreme come tribunali o cause ma per quanto difficile possa essere, accordarsi per e nell’amore di Gesù. Non si può presentare l’offerta davanti all’altare se prima non ci si è riappacificati, il Signore è il Dio di amore e della pace, non potrebbe accettarla. La stessa cosa vale oggi, prima di presentarci davanti al Signore dovremmo essere sicuri di non avere “conti in sospeso” con i nostri fratelli, perché un Dio che vuole l’unione (Gv 17), non può approvare i contrasti irrisolti tra i fratelli.

    4) “Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo. E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo.” (5:29.30)

    In questo caso all’inizio del discorso Gesù cita il comandamento: “Non commettere adulterio”, allo stesso modo arriva alla radice del problema: è dal cuore che partono i desideri sbagliati perciò guardare una donna desiderandola, dice, è già commettere adulterio. Sottolinea l’importanza di un cuore puro, come dire che è inutile rispettare alla lettera un comandamento se poi dentro nel cuore si è “marci”, pensando probabilmente ai farisei che si preoccupavano più che altro della facciata. Gesù poi arriva la comando dei v. 29,30 che chiaramente non è letterale, credo usi degli esempi forti come il cavarsi l’ occhio, per essere d’impatto e fare capire fino a che punto è più importante la salvezza a discapito delle nostre concupiscenze. Il Signore ci esorta a vivere nella purezza e nella santità, se quindi sappiamo quali sono i nostri punti deboli dobbiamo evitare le situazioni che potrebbero farci inciampare. L’esempio che fa Gesù di cavare o di tagliare un membro del nostro corpo, ha la forza inoltre di farci capire che può essere molto doloroso sacrificare le parti di noi in cui sono insiti i desideri sbagliati, ma ciò è necessario per non essere servi del peccato.

    5) “Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re.” (5:34,35)

    Gesù aggiunge al comando: “non giurare il falso”detto dagli antichi, il “non giurare affatto”. Le metafore che usa il Signore in questi versetti fanno capire come qualsiasi giuramento venga fatto, sia sempre in ogni caso fatto sul nome di Dio; per il cielo dato che simbolicamente è la Sua dimora, per la terra, perché è Dio che l'ha creata, così per Gerusalemme che è la città del Signore. Allo stesso modo, dice, di “non giurare neppure per il tuo capo” questo perché noi uomini non abbiamo alcun potere sulla nostra vita, solo Dio ce l’ha e quindi il giuramento sarebbe sempre su di Lui. Il Signore conoscendo la debolezza umana sapeva quanti giuramenti infranti fossero stati fatti e come è facile per l’ uomo giurare o fare promesse senza mantenerle. Vuole fare capire che il giurare non può essere preso alla leggera e che è meglio astenersi dal farlo per il nostro bene (mi viene in mente la storia di Iefte in Gc 11, quando senza che gli fosse stato richiesto da nessuno, tanto meno dal Signore, fece un voto e quindi un giuramento a Dio pagandone poi amaramente le conseguenze). Dio, rivela Gesù, non vuole i giuramenti ma solo che cerchiamo di avere un cuore sincero e la forza di mantenere la parola data che sia Sì o che sia No.

    6) “Da' a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle.” (5:42)

    Questo comando fa comprendere che il cuore deve essere aperto al dare. Il cristiano è tenuto a distinguersi anche in questo, non dovrebbe prevalere l’ egoismo dilagante che c’è spesso attorno a noi, ma l’ altruismo. Secondo le possibilità di ognuno, dovremmo essere pronti ad aiutare chi ne ha bisogno, che sia il vicino, come il fratello. Il Signore sa che se tutti i Suoi figli lo facessero ci sarebbe già un mondo migliore. Non solo, nei versetti precedenti, c’è la famosa frase del “porgere l’altra guancia”. Tutto il contesto del discorso che termina appunto col comando al v. 42, indica quanto è importante l’umiltà, il non rispondere con la stessa moneta, non voler a tutti i costi prevalere, ma in situazioni in cui potremmo essere trattati male, mantenere comunque la calma e non lasciare dominare l’ira dentro di noi. Gesù con gli esempi che porta “del lasciagli anche il mantello” e del “fare due miglia”, ci insegna a non fomentare la “cattiveria” altrui ma a smorzarla, concedendo anziché contrastando e questo si collega perfettamente al “Da a chi ti chiede”. Mettendo in pratica tutti questi passi con l’aiuto di Dio si potrà dare una forte testimonianza ai non credenti. Dopotutto abbiamo il più grande esempio in questo e cioè Gesù Cristo(cfr 1Pt 2:23), e il Padre che ha sempre dato in abbondanza.

    7) “Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano” (5:44)

    Anche in questo caso il Signore rende perfetto il comando riguardante l’amore per il prossimo. Non è facile a volte avere amore sincero nemmeno verso i fratelli, eppure Gesù estende l’ amore perfino verso i nemici; persone che possono starci meno simpatiche, ma non solo, anche verso chi ci odia o perseguita. Il suo discorso è chiaro: è troppo facile mostrare amore verso chi già te lo dà, non si fa nulla di straordinario. Invece il vero amore, è quello che non bada al tornaconto, è quello disinteressato e che vuole il bene di tutti, perfino dei nemici. Solo esercitandolo si potrà crescere nello Spirito di Dio. Da notare che non deve essere un amore passivo ma attivo, infatti con il Suo comando ci spinge a fare del bene, perché così è l'amore di Dio per noi. In base a questo è bene che cogliamo ogni occasione della nostra vita per praticare questo comando; pregando per chi ci “fa del male” e quando è possibile facendo un gesto di amore verso di loro. La frase conclusiva del discorso è molto forte, ci spinge a puntare verso la perfezione del Padre. Nonostante i nostri limiti Gesù ci incoraggia a farlo e ogni giorno con il Suo aiuto dobbiamo cercare di migliorare. In questo modo daremo modo alla luce di Dio di splendere (cfr Ro 8:16) e dare testimonianza perché il Signore vuole la salvezza di tutti (1 Ti 2: 4).

    8) “Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli.” (6:1)

    Con queste parole il Signore, prendendo ad esempio sempre gli scribi e i farisei che amavano vantarsi davanti agli uomini, vuole ribadire che non serve a nulla applicare i suoi comandi e fare “buone opere” per dare gloria a se stessi, perché Dio vede il cuore ed è quello che a Lui interessa e non i vari sacrifici, come si vede bene anche nei passi di Is 1:11-19 e in Sl 51:16,17 (cfr anche Is 29:13). Anche oggi i cristiani devono sentirsi spinti a fare il bene per amore di Dio e non per avere onore dagli uomini e per ipocrisia, per cui Gesù ci comanda di non metterci in “mostra” quando aiutiamo il prossimo, ma di farlo in umiltà senza attirare l’attenzione, solo così avremo la benedizione del Padre che vede nel nostro intimo.

    9) “Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome” (6:9)

    Il comando stabilito nei versetti precedenti si applica anche alla preghiera. Gesù nel contesto del discorso porta degli esempi per fare capire cosa piace e non piace a Dio. La preghiera riguarda il Signore, è indirizzata a Dio e non agli uomini, quindi mettersi in mostra, come era in uso per alcuni ebrei di quei tempi, non serve a nulla, ed è solo ipocrisia una cosa che Gesù detesta. Era inutile anche usare tante parole o ripeterle a pappagallo. Gesù ci dà quindi delle indicazioni per aiutarci a pregare, facendoci capire forse che la preghiera serve più a noi uomini per accrescere la nostra fede, per meditare e per avere una intimità maggiore con il Signore dato che Dio sa già ciò di cui abbiamo bisogno (v.8). Con il modello del Padre nostro si può vedere come nella semplicità sia racchiusa la sostanza di una preghiera rivolta a Dio con il cuore. Si dà risalto in primo luogo a Dio e alle cose spirituali e non solo ai nostri bisogni. Cosa importante è il perdono, non possiamo richiederlo al Padre se noi per primi non siamo disposti a perdonare tutto il nostro prossimo, sarebbe un controsenso. Come per allora vale anche per noi oggi, dovremmo sempre pregare tenendo conto delle parole e dell’esempio di Gesù perché, chi meglio di lui poteva indicarci la chiave per arrivare in preghiera a Dio?

    10) “Ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano” (6:20)

    Questo comando è bellissimo e illuminante associato anche al v. 21. Gesù ci comanda di farci tesori in cielo anziché sulla terra. Non vieta chiaramente di possedere beni materiali ma piuttosto comanda di non esserne succubi e di non dipendere da essi cercando di accumularne sempre di più. Con le sue parole dà risalto alla frivolezza della materialità che è solo per un tempo e che alla fine non lascia nulla a chi ripone la sua fiducia in essa, come Gesù stesso fece notare nella parabola di Luca 12:13-21.
    Al contrario invece per chi accumula tesori in cielo in cui niente può essere consumato. Anche in questo discorso il cuore ha un ruolo fondamentale, è il fulcro di tutto. Seguendo i comandi del Signore saremo purificati dall’interno e avendo un cuore puro anche esternamente lo si vedrà, i nostri occhi diverranno limpidi avendo in sé la luce del Signore. Con la metafora degli occhi, fa comprendere quanto è importante che siano limpidi per poter vedere bene dove mettere i piedi per essere sicuri di camminare nella Sua via. In un mondo materialistico come quello di oggi, è facile essere trascinati da quella che attorno a noi sembra essere la normalità, c’è il pericolo di “perdere la vista”. E’ essenziale raggiungere un equilibrio, perché essere attaccati eccessivamente alle cose materiali può distrarci dalle cose spirituali e portarci dall’altra parte a servire “mammona”, ma come disse Gesù non si possono servire due padroni. Oggi forse è ancora più importante tenere a mente le parole di Cristo, cercando di assomigliargli sempre di più di certo espanderemo il nostro tesoro in cielo e non c’è niente di meglio del sapere che il nostro cuore può essere già con Dio; è rassicurante.

    11) “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più” (6:33)

    In questo comando credo che ci sia il segreto per riuscire a cumulare tesori in cielo. Nei passi precedenti Gesù metteva in guardia dal pericolo di avere un eccessivo attaccamento alle ricchezze terrene; nel continuare il discorso si collega parlando invece dalle ansietà della vita che come le ricchezze possono essere un laccio che ci trattiene dal crescere nella Parola. Per aiutarci a non essere inghiottiti dalle preoccupazioni Gesù porta dei bellissimi esempi per stimolare i nostri ragionamenti e guidarci verso la vera fede in Dio. Se il Signore ci ha dato la vita e il corpo, certamente pure se ne prenderà cura! Un po’ come con gli animali e la natura. Il punto è mettersi completamente nelle Sue mani avendo fede nell’amore di Dio che conosce tutti i nostri bisogni e che provvederà a tutto secondo la Sua volontà. Questo di sicuro non vuol dire che senza fare nulla avremo cibo o vestiti, ma che mettendo il regno e quindi la spiritualità e il lavoro per Dio al primo posto, indubbiamente ci aiuterà a soddisfare i nostri bisogni materiali senza che ci affanniamo. Il segreto sta nel mettere al primo posto Dio con tutto il cuore, e non il nostro lavoro e noi stessi, così dipenderemo completamente dal nostro Padre celeste.
    Anche in questo momento di forte crisi, dove le tasse aumentano, il lavoro viene a mancare, le bollette sembrano aumentare, ancora di più sono valide e rassicuranti le parole di Gesù, “non siate in ansia per la vostra vita”, “cercate il regno e tutte le cose di cui avete bisogno vi saranno date in più”. Non è senz’altro facile non farsi prendere dall’ansia con i problemi che ci sono, ma non dobbiamo dimenticarci mai che a Dio ogni cosa è possibile e che mantiene sempre quello che dice.

    12) “Non giudicate, affinché non siate giudicati” (7:1)

    Questo comando è molto chiaro e molto valido anche oggi. Purtroppo noi uomini abbiamo la tendenza di guardare agli altri prima che a noi stessi, si vedono sempre meglio i difetti degli altri, noto (in base anche a me stessa) che è quasi “un istinto naturale” giudicare con leggerezza il prossimo. Il Signore ci fa capire però quanto sia sbagliato e ipocrita da parte nostra farlo (v.2-5). Perché come possiamo pensare di correggere gli altri se noi per primi siamo pieni di sbagli? Prima di guardare ai minimi difetti degli altri dovremmo guardare a noi stessi e migliorarci, per poi poter magari aiutare il nostro fratello. Similmente al discorso sul perdono (Mt 6:14,15), così Gesù parla riguardo al giudizio.
    Se noi giudichiamo troppo severamente il prossimo, altrettanto severamente
    saremo giudicati. Non possiamo aspettarci misericordia dal Signore per le nostre colpe se noi per primi non mostriamo misericordia verso gli altri.

    13) “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” (7:7)

    Questo passo è un incoraggiamento alla preghiera. Gesù ci spinge a pregare avendo fede che il Padre non solo ci ascolterà, ma anche ci esaudirà. Chiaramente la preghiera non deve essere fatta con lo spirito descritto in Giacomo 4:2,3, ma nella volontà del Signore, con il cuore rivolto a Lui. Leggendo i v. 7,8 capisco anche che Gesù ci dice di essere costanti e perseveranti nell’invocare l’aiuto di Dio. Dobbiamo chiedere, cercare e bussare senza fermarci, soprattutto quando sembra che non ci arrivi la risposta. Non dobbiamo arrenderci, perché in quello sta la vera fede, nel perseverare avendo la certezza che Dio farà arrivare la risposta a suo tempo, un po’ come nella parabola della vedova e del giudice (Lu 18:1-7). Gesù fa il paragone poi con il genitore che avendo una richiesta da parte di un figlio sicuramente acconsentirà ad aiutarlo (v9-11), e questo nonostante nell’animo umano risieda anche il male, tanto più allora lo farà il nostro perfetto Padre celeste con i Suoi figli! Seguendo il comando di Cristo, è importante che dedichiamo tempo per la preghiera, il mezzo che abbiamo a disposizione per avere comunione con Dio per avere l’aiuto necessario per crescere e fare quella che è la Sua volontà descritta anche nel sermone sul monte, solo così potremo arrivare ad assomigliare sempre più a Gesù.

    14) “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” (7:12)

    Con questa regola Gesù riassume tutti i comandi dati fin lì nel sermone e come disse: “questa è la legge e i profeti”. In sé stessa ha racchiuso tutto quello che è la volontà di Dio e cioè che pratichiamo l’amore e conseguentemente seguiamo la Sua legge. Penso che sia giusto chiamarla la regola per eccellenza, la si può definire perfetta.
    Spesso la si confonde con quello che disse il rabbino ebreo Hillel: “ciò che non è buono per te non lo fare al tuo prossimo”, ma in realtà quella data da Gesù è ben diversa. Mentre la regola di Hillel è passiva, e non spinge ad agire, il comando di Gesù la rende attiva, ci dice di fare agli altri quello che a noi farebbe piacere e quindi stimola l’ azione e a praticare l’amore verso il nostro prossimo. Potremmo certamente risultare controcorrente, in un mondo come il nostro, nell’ esercitare quello che ci dice Gesù e senza alcun dubbio seguire il suo esempio e i suoi comandi non è affatto una passeggiata, ma Lui stesso con la metafora della porta stretta e di quella larga ci esorta chiaramente a percorrere la strada più angusta che consiste nel dover cambiare il nostro modo di essere, facendo dei sacrifici, essendo umili per arrivare alla vera vita e al Padre. Dobbiamo invece tenerci lontani dalle agiatezze della porta larga che potrebbe tentarci e allontanarci da Dio. Se ci impegniamo a seguire questo comando certamente saremo come “l’ uomo avveduto che ha costruito la sua casa sulla roccia” (v.24-29).

    15) “Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci.” (7:15)

    Infine Gesù ci avverte di stare attenti ai falsi profeti. Era al corrente di cosa sarebbe successo nel tempo e quale confusione avrebbe regnato riguardo alla Sua persona e ai suoi insegnamenti. Ci comanda dunque di stare attenti, proprio perché è facile finire nella “strada larga” e seguire magari chi propone insegnamenti che calzano di più con la vita moderna. Dopotutto Gesù disse che si sarebbero travestiti da pecore e che quindi i falsi profeti nella facciata avrebbero potuto dare la parvenza di seguire il Signore esponendo invece falsità ed errori spacciandoli per insegnamento di Dio. Il Signore però ci da la chiave per riconoscerli: non faranno frutti buoni, quindi in loro non si vedrà certo la luce e la mano di Dio. Per questo è fondamentale per tutti quelli che vogliono seguire Gesù leggere la Parola del Signore e non limitarsi ad affidarsi con faciloneria agli insegnamenti degli uomini, questo è l’unico modo per non cadere in falsi insegnamenti. Il nostro rapporto con il Signore è individuale e quindi non potremo incolpare qualcun altro quando ci troveremo davanti a Lui. E Gesù è chiaro: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” Volontà che troviamo solo e unicamente nella Sua Parola.



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    Dino1048
    Post: 191
    Città: AGRIGENTO
    Età: 75
    Sesso: Maschile
    00 30/08/2012 19:17
    discorso sul monte
    Carissima in GESU' ciao, c'è tanto da commentare, approvare, discutere, ma secondo me, nel discorso di GESU, tutto da accettare, è tutto meravigliosamente bello e edificante così come è, niente da aggiungere o togliere, ma posso anche dire qualcosa nel tuo discorso, quello è consentito. Voglio prendere un punto da te portato,il 3, si è cosi, ma senza nulla togliere, o aggiungere vorrei dirti: non si può estendere verso tutti il concetto?, prima della offerta-preghiera, o richiesta di perdono verso noi che spesso richiediamo, è giusto riconciliarci con i nostri fratelli-sorelle, ma come ci comportiamo con chi abbiamo litigato fuori dalla Chiesa?, con chi magari è risentito verso di noi, e forse lo siamo anche noi?,siamo disposti a tendere la mano per prima, e magari senza chiederci a chi tocca, chiedere scusa per essere di nuovo in pace, e magari diventare amici, e forse a DIO piacendo fratelli in GESU?.
    Benedetta da DIO, sei molto brava, e questo mio intervento vuole essere di sprone verso tutti, tutti adagio, adagio,dobbiamo cercare di cambiare,cercare di assomigliare sempre di più al nostro SIGNORE E MAESTRO, AL PADRE E AL FIGLIO SIANO LA LODE E LA GLORIA AMEN.
    Ciao Mr Pio, DIO ti Benedica, e Benedica tutti. Dino
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    MrPio
    Post: 60
    Città: CHIOPRIS VISCONE
    Età: 45
    Sesso: Femminile
    00 09/09/2012 16:18
    Dino1048, 30/08/2012 19.17:

    Carissima in GESU' ciao, c'è tanto da commentare, approvare, discutere, ma secondo me, nel discorso di GESU, tutto da accettare, è tutto meravigliosamente bello e edificante così come è, niente da aggiungere o togliere, ma posso anche dire qualcosa nel tuo discorso, quello è consentito. Voglio prendere un punto da te portato,il 3, si è cosi, ma senza nulla togliere, o aggiungere vorrei dirti: non si può estendere verso tutti il concetto?, prima della offerta-preghiera, o richiesta di perdono verso noi che spesso richiediamo, è giusto riconciliarci con i nostri fratelli-sorelle, ma come ci comportiamo con chi abbiamo litigato fuori dalla Chiesa?, con chi magari è risentito verso di noi, e forse lo siamo anche noi?,siamo disposti a tendere la mano per prima, e magari senza chiederci a chi tocca, chiedere scusa per essere di nuovo in pace, e magari diventare amici, e forse a DIO piacendo fratelli in GESU?.
    Benedetta da DIO, sei molto brava, e questo mio intervento vuole essere di sprone verso tutti, tutti adagio, adagio,dobbiamo cercare di cambiare,cercare di assomigliare sempre di più al nostro SIGNORE E MAESTRO, AL PADRE E AL FIGLIO SIANO LA LODE E LA GLORIA AMEN.
    Ciao Mr Pio, DIO ti Benedica, e Benedica tutti. Dino



    Ciao caro Dino, puoi chiamarmi anche Viviana, se vuoi..
    Innanzitutto grazie mille per avere avuto la pazienza di leggere tutto lo scritto, per le tue parole, e poi grazie per la tua considerazione.
    Sì, credo che come dici tu questo comando debba essere esteso non solo verso i fratelli intesi come fratelli in fede, io ad es. avevo pensato anche ai famigliari carnali, quindi penso sicuramente che la riconciliazione e la pace ci dovrebbe essere verso chiunque, vicini, amici, colleghi... in fondo Gesù stesso ci disse di amare i nemici, quindi da quello che comprendo è senz'altro come dici tu. Sicuramente non è semplice, almeno personalmente non riesco ad avere quell'amore che dovrei, ne certamente quell'umiltà che tanto contraddistingueva il nostro amato Gesù, però il Signore ci sprona a migliorarci e con il Suo aiuto tutto è possibile. Credo poi che il comportamento con persone che ancora non conoscono o non hanno accettato Cristo sia importantissimo, proprio per testimoniare di Lui, quindi certamente mostrare amore, perdono e umiltà può essere uno dei modi migliori per dare Gloria a Dio e quindi essere differenti dal mondo. Prego che Dio mi aiuti a farlo di più e aiuti tutti i Suoi figli ad essere maggiormente luce ne mondo.
    Grazie Dino per avermi fatto riflettere di più su questo passo. Che Dio ti benedica tanto tanto,
    un grande abbraccio in Cristo
    Viviana
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    Orchidea
    Post: 520
    Sesso: Femminile
    00 20/02/2014 15:27
    Il più grande sermone di tutti i tempi
    Il leader indù Mohandas Gandhi avrebbe detto che se si seguissero gli insegnamenti di questo sermone ‘si risolverebbero i problemi del mondo intero’. Il famoso antropologo Ashley Montagu scrisse che le moderne scoperte sull’importanza dell’amore non sono che una conferma di quanto dice questo sermone.
    Entrambi si riferivano al Sermone del Monte, pronunciato da Gesù. Gandhi disse anche che ‘l’insegnamento del Sermone è rivolto a ciascuno di noi individualmente’. Di recente il prof. Hans Dieter Betz ha osservato: “L’influenza esercitata dal Sermone del Monte in genere trascende di gran lunga i confini del giudaismo e del cristianesimo, e persino della cultura occidentale”. E ha aggiunto che questo sermone esercita “un richiamo inconfondibilmente universale”.
    Perché non leggete questo discorso relativamente breve ma affascinante? Lo trovate in Matteo, capitoli da 5 a 7, e in Luca 6:20-49. Ecco alcune cose fondamentali che possiamo imparare da questo sermone eccezionale:
    Come essere felici — Matteo 5:3-12; Luca 6:20-23.
    Come conservare il rispetto di sé — Matteo 5:14-16, 37; 6:2-4, 16-18; Luca 6:43-45.
    Come migliorare i rapporti con gli altri — Matteo 5:22-26, 38-48; 7:1-5, 12; Luca 6:27-38, 41, 42.
    Come avere meno problemi coniugali — Matteo 5:27-32.
    Come vincere l’ansietà — Matteo 6:25-34.
    Come scoprire l’inganno religioso — Matteo 6:5-8, 16-18; 7:15-23.
    Come vivere una vita significativa — Matteo 6:9-13, 19-24, 33; 7:7-11, 13, 14, 24-27; Luca 6:46-49.