00 18/02/2013 18:44
Non farti scultura, nè immagine alcuna delle cose che son lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non le servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

- immagine e magìa
- immagine di Dio: l’uomo
- la didattica della fede: parola, non immagine


Agostino di Ippona: teologo e filosofo (IV-V sec.).
Elimina il 2° comandamento incorporandolo nel 1° e divide in due il 10° per mantenere il 10 (decalogo). In questo modo, stabilisce un rapporto fra la prima tavola (tre comandamenti, invece che quattro) riguardante il rapporto uomo-Dio, e la dottrina della Trinità, da lui stesso formulata.
Lutero, che fu monaco agostiniano, lo seguì in questa formulazione del decalogo.
Solo le chiese Cattolica e Luterana la seguono.

Importanza dell’immagine: nell’antichità, ogni immagine era strettamente collegata con l’essere raffigurato. Esempi:
- una scena di caccia disegnata (grotte preistoriche), si sarebbe realizzata
- il diavolo, disegnato su una parete, sarebbe apparso. Si riteneva infatti, nel Medioevo, che nessun essere potesse continuare ad esistere separato dalla sua immagine
- qualsiasi cosa fatta su una immagine si sarebbe ripercossa sull’essere raffigurato
- possedere l’immagine di una persona, significava avere un potere preciso sulla persona stessa
- possedere l’immagine di un dio, significava assicurarsene l’aiuto e la protezione

ma tutto questo è magìa

e la magìa non era da Dio permessa per il suo popolo: Dt 18, 9-14 (vedi la maledizione-benedizione di Balaam in Nm 23, 23)


Esiste gìà l’immagine di Dio: Egli ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza.
- chi costruisce un’immagine è superiore a ciò che vien raffigurato
- l’uomo può solo fare immagini di sé stesso perché non può conoscere Dio
- la perfetta immagine di Dio è Gesù (Eb 1, 3)
- le immagini fatte dall’uomo sono belle e, soprattutto, rassicuranti, tranquillizzanti, mentre Dio non lo è affatto (vedi Es 20, 18, 20 e Dt 4, 15– “Dio è amore” ed è anche “un fuoco consumante”: I Gv 4, 8 e Eb 12, 29)

Dio si manifesta tramite la Parola: è questa la strada scelta da Dio per comunicare con l’uomo.
- ogni immagine è un limite alla conoscenza di Dio
- solo con la parola si trasmette la conoscenza di Dio
- Dio si è presentato con il suo nome non con la sua immagine
- il primo insegnamento di Dio a Israele sono le 10 parole, non immagini
- anche i profeti continuano con la parola, non con immagini
- infine Gesù, la Parola incarnata e poi scritta dai suoi discepoli, non insegna con l’uso di immagini (a meno
che non si vogliano considerare le parabole come immagini)
- esempi: Dt 4, 12 / II Co 5, 7 / Rm 10, 17 / Gv 20, 29

Riflessioni e orientamenti:
- l’immagine non ci avvicina a Dio (piuttosto ci allontana da Lui, legandoci alla realtà materiale raffigurata dall’immagine, mentre Dio è realtà spirituale);

- l’immagine non fa nascere la fede (certamente non la fede in Dio, che non si vede, ma sicuramente fa nascere la fede nella realtà raffigurata dall’immagine);

- l’immagine non aumenta la spiritualità (i dipinti della Cappella Sistina ci mostrano più facilmente la grande bravura di Michelangelo piuttosto che la conoscenza di Dio, che è spirito)

- l’immagine aiuta a comprendere meglio solo le realtà materiali (la televisione aiuta enormemente in questo senso, ma certamente non ci avvicina a Dio).