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Osea fu un profeta, un profeta scrittore ( la Bibbia parla pure di profeti che non hanno scritto nessun libro) e più precisamente uno dei cosiddetti profeti minori (solo nel senso che hanno scritto libri piuttosto brevi).

Fu un profeta strano: non si conosce quasi niente della sua vita, se non le sue vicende matrimoniali.

In queste sue vicende certamente non è da imitare a meno che non siate profeti chiamati da Dio a compiere una specifica missione.

Il suo matrimonio infatti non avviene certo perché si era innamorato di una donna o per il desiderio di formare una sua propria famiglia, come avviene per la maggior parte degli uomini – e qui sta la sua inimitabilità – ma per rappresentare materialmente una condizione spirituale e quindi renderla evidente a tutti.

Osea sposa una prostituta (Os 1, 2). La condizione spirituale di Israele (il regno del nord con capitale Samaria, distinto all’epoca dal regno di Giuda con capitale Gerusalemme) era esattamente quella di una prostituta che si dà a tanti amanti per averne vantaggi economici (Os 2, 5). Per fare questo lascia il suo legittimo marito, che è Dio (Os 2, 2): il rapporto fra Dio e il suo popolo era infatti raffigurato, da Osea (vedi tutto il cap 2; vedi anche Isaia 50, 1), dal rapporto marito-moglie; questo stesso tipo di rapporto sarà usato da Paolo per raffigurare il legame fra Cristo e la chiesa (Ef 5, 29-32).

Israele, dunque, voleva dire Osea ai suoi connazionali, era esattamente una prostituta che si vendeva (adorandoli offrendo loro sacrifici: 4, 13; 8, 9-11) agli dei degli altri popoli per averne in cambio protezione e aiuto. Israele non capiva che solo il suo Dio era quello che in realtà gli permetteva di avere tutto ciò di cui aveva bisogno (Os 2, 8).

Dal matrimonio di Osea nascono tre figli, due maschi e una femmina, i cui nomi sono significativi della situazione del popolo d’Israele: Jzreel il primo, che significa “Dio disperde”; la femmina Lo-Ruamma=”che non ottiene compassione”; il terzo, Lo-Ammi, significa “non popolo mio”.

Ma come un qualunque uomo non desidera il male della propria moglie e dei propri figli, così anche Dio lascia a Israele la speranza della possibilità della salvezza da una situazione molto critica. Osea conclude il suo libretto proprio con questa speranza: Chi è saggio ponga mente a queste cose! Chi è intelligente le riconosca! Poiché le vie di Yahweh sono rette; i giusti cammineranno per esse, ma i trasgressori vi cadranno.