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GIOVANNI

L’apostolo Giovanni ha scritto un vangelo, tre lettere e Apocalisse, che è un libro unico non solo nel NT ma in tutta la Bibbia.
Se escludiamo le due lettere minori, II e III Giovanni, indirizzate a persone particolari e troppo brevi per poter contenere considerazioni importanti sulla persona di Gesù, sia il vangelo che la I Giovanni che Apocalisse iniziano con parole che impostano fin dall’inizio il pensiero di Giovanni circa la persona di Gesù.

GIOVANNI 1, 1
Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, la Parola era Dio.

Questa qui sopra è la traduzione più comune del v.1, ma ne esistono altre.
Quella della Torre di Guardia (1967) è:
”Nel principio era la Parola, e la Parola era con il Dio , e la Parola era dio .
Un’altra, sempre della Torre di Guardia (da un’interlineare greco-inglese, 1985), è invece:
“Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio
Una terza traduzione viene proposta da due studiosi americani, Buzzard e Hunting, su “La dottrina della trinità-La ferita che la cristianità si è inflitta” ed è la seguente (faccio copia-incolla!): “Sul princio c’ era il proposito creativo di Dio”;19 “questa era con Dio e pienamente espressiva di Dio [theos]”.

Quest’ultima traduzione, in realtà, è una parafrasi e non una traduzione, essa cambia “Parola” con “proposito creativo” ma lascia tutto inalterato, restano due entità, Dio e “proposito creativo”. Sinceramente non capisco perché si debba cambiare quel che è scritto. In genere, lo avevo già scritto più sopra a proposito di Marcione, chi vuole sostenere le proprie vedute personali è “costretto” a cambiare o, comunque, alterare ciò che è scritto; lo ha fatto da sempre la Chiesa Cattolica e tutti gli altri hanno imparato da essa.

Mi stupiscono molto le due traduzioni Torre di Guardia.
Quella del 1967, si assimila all’uso musulmano (basta leggere qualche riga del Corano per rendersene conto) dicendo il Dio invece che semplicemente Dio, mentre la Parola è dio con la “d” minuscola.
L’interlineare scrive invece che la Parola era un dio .
La cosa stupisce perché, pur accusando la Chiesa Cattolica di politeismo a causa della dottrina della trinità, i TdG fanno della Parola un dio inferiore (con la “d” minuscola) o uno dei tanti dei: e pretendono di farlo dire alla Parola di Dio.

Ma la Parola di Dio dice chiaramente Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, la Parola era Dio .

Dunque, Giovanni dice che Nel principio era la Parola .
E’ chiaro, mi sembra, che per Principio si debba intendere il momento in cui niente era ancora esistente, quindi prima che le cose venissero all’esistenza.
In quel momento c’era la Parola, dice Giovanni.
Ma dov’era la Parola? E Genesi ci parla del Principio? Se Genesi ci parla del Principio allora noi dovremmo trovarla, visto che Giovanni dice che c’era.
E in effetti c’era, Genesi è chiara in questo. Eccola:
Dio disse: “Sia luce!”. E luce fu.
Dicendo “Sia luce!”, Dio ha creato la luce. E nello stesso modo ha creato tutte le altre cose.
Dio ha creato tutte le cose “parlando” cioè usando la Sua Parola. Dio è spirito, Lui non fa le cose con le mani, Lui le fa con la Sua Parola.

Possiamo forse dire che si tratta di due persone distinte? Certamente no! Assolutamente no! E’ Dio stesso – che rimane UNO – a usare la Sua Parola per creare.
Noi esseri umani, materiali, usiamo le nostre mani per creare le cose, tutto quello che noi facciamo lo facciamo con le mani: ma forse che le mie mani sono una persona distinta da me? Dire “le mani di Alfredo hanno fatto” o dire “Alfredo ha fatto” significa dire esattamente la stessa cosa con due espressioni diverse, significa indicare una stessa persona e non due persone diverse.
Se poi pensiamo che Giovanni era un buon ebreo e che, come tutti gli Ebrei, credeva fermamente in un unico Dio, non c’è neanche da immaginare che per lui potessero esistere più dei.

GIOVANNI 1, 14
E la Parola è diventata carne e ha abitato un tempo fra noi ...

Per Giovanni non era un problema dire che la Parola ha creato ogni cosa, sapeva benissimo che dire “la Parola” e dire “Dio” era esattamente la stessa cosa. Nessuno dei suoi lettori lo avrebbe mai tacciato di politeismo.
I problemi nascono nelle chiese solo a partire dalla fine del I secolo, quando, cioè, già c’era stato il distacco dall’insegnamento apostolico.
E’, infatti, alla fine del primo secolo che inizia il distacco dall'insegnamento apostolico. E precisamente con Ignazio di Antiochia, che è storicamente il primo cosiddetto vescovo-monarca, cioè capo unico di una chiesa, contrariamente all’insegnamento apostolico che prevedeva, invece, una pluralità di vescovi per ogni comunità.

La parola “logos” nel vangelo di Giovanni suscitava nei capi delle comunità, tutti teologi quindi filosofi, i quali erano vescovi unici e non capi insieme ad altri vescovi, una sorta di complesso di inferiorità nei confronti della filosofia greca che usava in molteplici maniere la parola “logos” per indicare l’artefice principale della formazione dell’universo.

Il complesso di inferiorità si esprimeva nel tentativo di dare all’insegnamento di Cristo la stessa “dignità” della filosofia greca. Al punto che si è addirittura inventato una carteggio, uno scambio di lettere, fra l’apostolo Paolo e il filosofo stoico Seneca, pedagogo di Nerone imperatore, e ciò allo scopo di mostrare che insegnamento cristiano e filosofia greca erano sullo stesso livello di dignità. Inutile dire che è una balla immensa, quella del carteggio fra Paolo e Seneca, che non esiste nessuna documentazione in tal senso.

Ma la parola “logos” usata da Giovanni 1, 1 ha stimolato nei cosiddetti “padri della chiesa” la sensazione di essere alla pari dei vari Platone, Aristotele e compagnia. Andava sviluppata filosoficamente questa idea di logos, non ci si poteva limitare a dire che Parola e Dio era la stessa cosa, come pensava Giovanni, ed è qui che nasce la dottrina della trinità.

Per Giovanni, invece, la cosa era molto semplice, ma veramente molto semplice.
Dio, parlando, cioè usando la Sua Parola, aveva creato l’universo.
Adamo con la sua disubbidienza aveva stravolto l’armonia del creato.
Bisognava ripristinare quell’armonia per il benessere stesso di tutto il creato.
Ed ecco che la Parola che Dio aveva pronunciata per creare tutte le cose, quindi Dio stesso, a un certo punto interviene nuovamente per creare una nuova creazione e lo fa vivendo in mezzo agli uomini, affinchè questi possano “nascere di nuovo”.
L’uomo, che è stato causa diretta della disarmonia, diventa causa diretta della nuova creazione (vedi Romani 8, 10-20).
E la Parola è diventata carne e ha abitato un tempo fra noi ...